Questa mattina un’autobomba è esplosa di fronte a una Chiesa siriaca cattolica a Kirkuk, nel nord dell’Iraq. La polizia del luogo fa sapere che la deflagrazione è avvenuta intorno alle 5.30 ora locale, provocando almeno quindici feriti tra uomini, donne e bambini, di cui due in gravi condizioni. Imad Hanna, un prete della chiesa che ha subito ingenti danni a porte, finestre e arredi, parla di un attentato inaspettato, il primo che avviene in quel luogo di culto. Un testimone ha dichiarato: “Ci sono stati quindici feriti. Si tratta di fedeli che vivono all’interno della chiesa e di persone che abitano in prossimità”. La tensione in Iraq non accenna quindi a diminuire, e solo qualche settimana fa una serie di bombe in una moschea sciita a sud di Baghdad e in un mercato aveva ucciso ventuno persone, ferendone ottantasei. Sempre oggi, ma in Afghanistan, tre kamikaze hanno attaccato una guest-house utilizzata dai dipendenti di una compagnia di sicurezza privata nella città di Kunduz, nel nord del Paese, uccidendo almeno quattro persone. Il responsabile per la sicurezza della provincia di Kunduz, Abdul Rahman Aqtash, fa sapere che il primo attentatore si è affto esplodere all’ingresso dell’edificio, permettendo così agli altri due di entrare.



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Ne è seguito uno scontro a fuoco durato oltre mezz’ora, in cui anche gli altri due attaccanti hanno perso la vita. Oltre le quattro vittime, sono stati contati circa dieci feriti, fra cui un agente della polizia afghana. Appena due giorni fa, sia il responsabile della Missione Onu in Afghanistan che il Consiglio degli Ulema avevano chiesto a tutte le parti in conflitto di astenersi dalle violenze per rispettare il mese del Ramadan. 



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