Quattro giornalisti italiani rapiti da uomini fedeli al Colonnello Gheddafi. Si tratta di Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera, Domenico Quirico de La Stampa e Claudio Monici di Avvenire. I quattro inviati sono stati fermati mentre in una vettura mentre stavano percorrendo la strada che da Zawiya va a Tripoli. Nell’episodio è stato ucciso l’autista. Il rapimento è avvenuto poco dopo che gli inviati della stampa internazionale erano stati rilasciati dall’albergo Rixos di Tripoli dove da un paio di giorni si trovavano praticamente rinchiusi da parte delle truppe fedeli a Gheddafi. C’erano stati momenti di tensione all’interno dell’albergo, ma poi si è capito che gli uomini lasciati di guardia all’edifico a cause dei concitati avvenimenti delle ultime ore erano rimasti tagliati fuori dal resto dei lealisti e non avevano idea che i ribelli avevano ormai preso quasi completamente controllo della capitale. Quando finalmente si sono resi conto di essere stati tagliati fuori e che anche il bunker del loro leader era caduto, hanno abbandonato le armi e lasciato la sorveglianza dell’albergo. Il Rixos infatti è situato proprio nei pressi del compound di Gheddafi e collegato ad esso da un tunnel: nelle settimane scorse il raìs infatti aveva fatto la sua comparsa a sorpresa nell’albergo proprio usando i passaggi segreti. Per questo l’edificio veniva custodito attentamente da soldati armati. I giornalisti italiani rapiti invece si trovavano in macchina con un autista quando un gruppo armato li ha fermati, sono stati derubati e sembra anche percossi mentre l’autista veniva ucciso. Dopo essere stati portati in un appartamento di Tripoli, uno di loro, Monici, giornalista di Avvenire, è riuscito a mettersi in contatto con il suo giornale per dire che stanno bene. “Ci ha assalito una banda di civili armati. Il nostro autista è stato fatto fuori. A noi hanno prelevato telefoni, computer e tutti gli effetti personali. Poi ci hanno passato ad alcuni militari, che ci hanno preso in consegna e ci tengono chiusi in questa casa” è quanto è riuscito a dire ad Avvenire Claudio Monici. I rapitori hanno dato loro cibo e acqua. In seguito hanno potuto contattare anch eil nostro console a Bengasi. Non è dato sapere se si tratti di una scheggia impazzita dell’esercito di Gheddafi che in queste ore caotiche mira a un rapimento per estorsione.
Michael Mann, portavoce dell’Alto rappresentante Ue per la Politica estera e la Sicurezza Catherine Ashton, ha rilasciato una dichiarazione in cui si dice molto preoccupato del rapimento e della sorte dei nostri connazionali e chiede il loro immediato rilascio. Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano segue attentamente l’evolversi della situazione. Intanto un miliardario libico ha offerto una ricompensa di 1,6 milioni di euro a chi riuscisse a trovare Gheddafi.