Irene si avvicina. Il suo impatto sulla zona di New York, una delle più grandi metropoli del mondo, è previsto per domenica. E con l’uragano, aumentano gli allarmi. Dopo il sindaco di New York e il governatore dello Stato che già avevano invitato al massimo allerta e ad abbandonare le zone costiere, è intervenuto adesso anche il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Che ha suggerito la possibilità di evacuare: se potete farlo, fatelo, ha detto. Un messaggio certamente allarmante. Sarà un uragano storico, ha aggiunto, ed è estremamente pericoloso. Obama in questi giorni si trova in vacanza a Martha’s Vineyard, nel Massachusetts, località storica delle vacanze di quasi tutti i presidenti americani, ed è una delle zone inserite nella mappa del rischio. Certamente Obama non vuole ripetere l’errore del suo predecessore, che nel 2005 ignorò l’arrivo dell’uragano Katrina che devastò New Orleans. Al momento l’uragano, che è stato declassato da 3 a 2, il che vuol dire comunque raffiche di vento di quasi duecento chilometri orari, si trova a circa cinquecento chilometri a sud ovest della Carolina del nord. In Florida ci sono state nei giorni scorsi otto vittime, persone che si trovavano su un pontile che sono state travolte dalle onde. Per quanto riguarda New York, nel piano di allarme è prevista la possibilità di interrompere i collegamenti della metropolitana, un fatto che non succedeva da anni, mentre la gente sta già facendo grandi scorte di cibo e acqua. Anche i voli aerei stanno già subendo cancellazioni, si calcola che per domenica ne saranno cancellati centinaia, causando ritardi a catena in tutto il Paese. Era dal 1985 che la Grande Mela non si trovava nell’orbita di un uragano. Il sindaco Bloomberg ha rilasciato una ulteriore dichiarazione: “Ci prepariamo al peggio sperando che vada per il meglio”. Il pericolo è costituito dai forti venti, anche se i grattacieli sono costruiti per resistere a questo tipo di situazioni, e dalle alluvioni causate dalle forti piogge.