A cinque mesi dal tremendo terremoto e dalla conseguente crisi di Fukushima, il Giappone commemora i 66 anni dalla tragedia di Hiroshima, colpita il 6 agosto 1945 dall’ordigno nucleare sganciato dal velivolo americano B-29 “Enola Gay” e che provocò la morte di circa 140 mila persone. Il premier Naoto Kan ha dichiarato nel suo discorso la volontà del Giappone di continuare a sviluppare le energie rinnovabili e l’intenzione di ridurre il nucleare: “Rifletterò profondamente sul mito della sicurezza nucleare, indagando a fondo le misure fondamentali per garantire la sicurezza, così come la riduzione della dipendenza dalle centrali nucleari, puntando a una società che non ne sia più dipendente”, ha detto Kan. Anche il sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, ha parlato davanti alle tante migliaia di persone che si sono riunite al Peace Memorial Park: “L’incidente di Fukushima e le radiazioni che continuano ancora oggi a essere disperse, hanno creato paura diffusa e minato la fiducia sulla generazione elettrica dal nucleare. Il governo deve accettare la situazione con onestà e rivedere velocemente le proprie politiche per riconquistare la fiducia dell’opinione pubblica”. Dopo la cerimonia ufficiale, migliaia di persone hanno partecipato ad una manifestazione organizzata da attivisti dell’associazione “hibakusha”, con lo slogan che recitava “uomo e nucleare non possono coesistere”.
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Anche il capo dello Stato italiano Giorgio Napolitano, è intervenuto per ricordare la strage di Hiroshima: “Il trascorrere del tempo non attenua l’attualità e il valore di grave monito delle dolorose vicende di Hiroshima e Nagasaki. Anche nel mondo contemporaneo è presente la sfida rappresentata da focolai di guerra e di violenza che impongono a tutti i paesi democratici e amanti della pace di impegnarsi perché prevalgano le ragioni del dialogo e siano difesi i diritti inalienabili dell’uomo, in particolare dei civili e delle persone più indifese”.