Rami Abdelrahmane, direttore dell’Osservatorio siriano dei diritti dell’Uomo con sede a Londra, fa sapere che diversi carri armati dell’esercito siriano sono penetrati alle prime luci dell’alba a Dayr az Zor, nell’est del paese, capoluogo della regione orientale dell’Eufrate, e i bombardamenti sono stati segnalati in almeno tre settori della città. Intanto, un portavoce delle Nazioni Unite ha fatto sapere che Ban Ki-moon, segretario generale dell’Onu, avrebbe parlato con il presidente siriano Bashar Assad per chiedergli di fermare immediatamente gli attacchi militari contro i civili. Appena pochi giorni fa i carri armati dell’esercito siriano erano tornati ad occupare il centro di Hama, cuore della protesta popolare dove sembra che le forze governative abbiano aperto il fuoco sui civili, nonostante il regime neghi ogni violenza sulla popolazione, affermando che polizia e soldati sono intervenuti per far cessare l’attività di gruppi di terroristi. Lo stesso Rami Abdelrahmane aveva affermato che dei carri armati si stavano muovendo verso Dayr az Zor e si pensava che una vasta azione repressiva avrebbe potuto investire anche questa città.
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Così è stato, e ora si teme che Dayr, dominata dalle tribù e al confine con l’Iraq, possa diventare il nuovo epicentro della rivolta. Qualche mese fa alcuni testimoni oculari raccontavano che la statua dorata di Bassel al Assad, defunto fratello maggiore del’attuale presidente siriano era stata abbattuta proprio nella piazza centrale di Dayr. Il monumento era uno dei due simboli del capoluogo, insieme al ponte sospeso sul fiume Eufrate.