Non si placa la rivolta scatenata in Inghilterra dopo l’uccisione di un ragazzo da parte delle forze dell’ordine. I disordini sono arrivati anche a Manchester, Liverpool, Birmingham e Bristol, dove i negozi vengono saccheggiati, le vetrine infrante e le automobili incendiate. La polizia ha messo in campo oltre 1.700 agenti solo a Londra, dove sono state arrestate almeno 335 persone, e 70 incriminate per gli scontri degli ultimi giorni. Il primo ministro britannico David Cameron ha anticipato il rientro dalla sua vacanza in Toscana per affrontare l’emergenza e oggi presiederà una riunione del Cobra, il comitato di crisi del governo, per analizzare l’origine dei disordini. È polemica intanto sull’efficacia della polizia londinese, dopo che la televisione satellitare Sky News ha mostrato alcune immagini di gruppi di giovani che saccheggiavano e distruggevano i negozi nella zona di Clapham Junction senza mai incontrare neanche un agente. Ma come è cominciata questa rivolta? Giovedì scorso alcuni agenti hanno fermato un taxi nel quartiere di Tottenham, durante un’operazione contro il possesso illegale di armi. Ancora non si conoscono bene le dinamiche, ma sembra che ci sia stato uno scontro a fuoco in cui Mark Duggan, un ragazzo di 29 anni, è rimasto ucciso per mano della polizia. Nel tardo pomeriggio di sabato una folla si è riunita nel centro di Tottenham per protestare contro questa uccisione e con il passare del tempo la violenza è cresciuta sempre di più, fino ad allargarsi addirittura alle altre città dell’Inghilterra.
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