In Afghanistan, nel decennale dell’attentato alle Torri Gemelle, i talebani hanno messo la firma su una serie di attacchi terroristici contro le forze della Nato. Obiettivo: i soldati americani di stanza in terra straniera. Un camion bomba guidato da un terrorista kamikaze è esploso di fronte alla base Nato collocata nel distretto di Sayed Abad, uccidendo due persone a ferendone dieci. «Il muro perimetrale – riferisce un portavoce della Nato – e una struttura adibita alla manutenzione sono rimasti danneggiati nell’attacco; tuttavia le barriere protettive attorno alla base hanno assorbito la maggior parte dell’onda espansiva». L’attentato è stato rivendicato dai talebani. Contestualmente, un altro kamikaze si è fatto esplodere, alla guida di un camion bomba, presso una postazione avanzata dalle coalizione occidentale che si trova nel centro del Paese. Il bilancio, questa volta, è stato di 89 feriti 50 dei quali son militari americani. L’esplosione avrebbe provocato un buco di sei metri nel muro di cinta. Anche questo attacco porta la firma talebana, così come la portano i due razzi lanciato contro la base americana di Bagram. Di questo attacco, al momento, non è ancora nota l’entità dei danni né se vi siano feriti. I talebani, nel rivendicare gli attentati, hanno ribadito la loro estraneità alla strage dell’11 settembre, definendo la guerra in Afghanistan «un marchio d’infamia» per l’Occidente. In seguito al crollo delle Torri Gemelle, si comprese come il dirottamento fosse opera dell’organizzazione terroristica Al Qaeda, che da anni aveva stretto con il regime talebano dell’Afghanistan un rapporto organico, dando vita ad una collaborazione e alla creazione di campi di addestramento comuni. L’allora presidente americano George W. Bush, il 24 settembre del 2001, lanciò ai talebani un ultimatum: avrebbero dovuto consegnare tutti i leader del movimento capeggiato da Bin Laden agli Stati Uniti, lasciare liberi i cittadini stranieri prigionieri, chiudere i campi di addestramento, consegnare i terroristi e permettere agli Stati Uniti di accedervi per controllare che fossero stati effettivamente chiusi.



I talebani, dopo un iniziale rifiuto si offrirono di processare Bin Laden secondo le leggi della Sharia, ma solo se si fosse dimostrata la sua colpevolezza. L’America ritenne la proposta insoddisfacente e, il 7 ottobre 2001, assieme ai gruppi ostili ai talebani dell’Alleanza del Nord, diede vita all’invasione del Paese con un immane dispiegamento di risorse. La repentinità della pianificazione della guerra fu tale che in molti pensarono che fosse studiata da tempo. L’entità dell’attacco alle Torri fu, tuttavia, tale che l’opinione pubblica chiese soddisfazione immediata.

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