Secondo quanto ha riferito un portavoce di Muammar Gheddafi, in mano ai lealisti sarebbero caduti 17 stranieri; si tratterebbe, per la maggior parte di francesi. Poi, ci sarebbero due inglesi, un asiatico di nazionalità non ancor identificata e un qatariota. Sarebbero caduti a Bani Walid, e si tratterebbe di tecnici esperti e consulenti. Vi sarebbero anche dei militari. Il portavoce, nell’annunciare la loro cattura, ha parlato di mercenari. I prigionieri saranno, in futuro, mostrati in televisione. Nel frattempo, il ministro degli esteri francese ha fatto sapere di essersi attivato ma di non aver avuto ancora modo di verificare la notizia. La Nato, lo scorso sabato, aveva negato che in mano di quel che resta del regime fossero caduti dei suoi uomini.
A Bani Walid, dove sarebbero caduti i 17, 150 km a sud-est della Capitale, roccaforte dei fedeli del Colonnello, si continua a combattere senza sosta.
Un aereo cargo militare della Turchia che stava lanciando aiuti sopra la città è stato attaccato da batterie antiaree. Il giornalista al suo interno ha riferito che non è stato possibile identificare la provenienza degli spari. Il pilota, tuttavia, è riuscito ad impedire il peggio, virando e riuscendo a non subire danni.
Si continua a combattere ancora anche a Sirte, città natale del Rais sotto assedio. A quanto hanno riferito i ribelli, i fedeli del Rais stanno tenendo strenuamente la posizione, posizionandosi nei punti chiave strategici delle città.
I ribelli, dal canto loro, litigano. Il Consiglio nazionale di transizione al suo interno è estremamente frastagliato, tanto che ha fatto sapere che, qualora la guerra dovesse aver fine, la creazione del governo sarà rinviata a data da destinarsi. Le diversi componenti del Cnt, infatti, non hanno ancora raggiunto un accordo in merito ai componenti dell’esecutivo. «Abbiamo raggiunto un accordo sull’attribuzione di molti portafogli, altri sono ancora oggetto di discussione ma speriamo di terminare le consultazioni il prima possibile», ha riferito il numero due del Cnt, Mahmud Jibril, in una conferenza stampa a Bengasi.
Nulla, invece, è dato di sapere sulle sorti di Gheddafi. «Secondo me, non è più in Libia», ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, sottolineando che sarebbe un peccato se, nonostante la strumentazione tecnica della Nato avrebbe consentito di identificarne la posizione, riuscisse a darsi alla macchia. Il titolare della Farnesina ha aggiunto che la decisione di non catturarlo è dipesa dal rispetto della risoluzione Onu e che, quindi, non ci si può rimproverare nulla.