“Onestamente, non ricordo da anni un momento così basso nelle relazioni tra Israele e Turchia”. E’ il commento a caldo rilasciato da Michale Herzog, editorialista del quotidiano Haaretz, interpellato da IlSussidiario.net dopo la notizia che la Turchia ha espulso l’ambasciatore israeliano. I due Paesi, nonostante la Turchia sia una nazione musulmana, da sempre detengono buone relazioni con una forte cooperazione a livello strategico. Nel quadro incerto e sempre a rischio del Medio Oriente, l’amicizia fra le due nazioni aveva sempre significato un punto di stabilità. Di fatto era dal 1987, quando il governo turco aveva denunciato l’occupazione dei territori palestinesi, che non si assisteva una una crisi del genere. In realtà negli ultimi anni si era assistito ad un raffreddamento dei rapporti tra i due Paesi, specie da quando in Turchia il governo è guidato dal primo ministro Erdogan.



Nel 2009 la Turchia aveva condannato la politica israeliana nella striscia di Gaza definendola “terrorismo di Stato”, ma tutto è precipitato dopo l’incidente dello scorso anno quando le forze armate israeliane nel tentativo di fermare la flotta di attivisti internazionali che si dirigeva a Gaza, aveva ucciso otto di loro, di nazionalità turca, imbarcati su una nave battente bandiera turca. Immediatamente, la Turchia aveva chiesto le scuse ufficiali di Israele, sempre negate. “Il fatto che la decisione di espellere l’ambasciatore israeliano avvenga dopo un anno da quell’incidente” spiega Herzog “avviene perché è appena stato reso nota la conclusione dell’inchiesta delle Nazioni Unite sul caso di Freedom Flottilla e del conseguente incidente. Questa commissione era stata istituita dall’ex primo ministro neozelandese su incarico del segretario dell’ONU al fine di risolvere il contenzioso tra Israele e Turchia. In tutto questo tempo l’amministrazione americana aveva incoraggiato caldamente una pacificazione fra i nostri due Paesi. La decisione presa dalla commissione riguardo l’incidente di Gaza non è piaciuta affatto alla Turchia”.



Una pacificazione che però non si è mai riuscita ad ottenere: “La Turchia sin dal primo momento ha richiesto scuse ufficiali del governo israeliano. Israele aveva proposto un pagamento come risarcimento ai parenti delle vittime, ma nessuna scusa ufficiale. Nel corso dei mesi c’è stato un forte dibattito all’interno del governo israeliano, se fare o meno le scuse al governo turco, ma diversi ministri si sono opposti fortemente”. Che conseguenze può portare questa decisione diplomatica sul quadro generale medio orientale?

“Al momento” dice Herzog “non ci saranno conseguenze pratiche, in quanto già dal 2009 Israele e Turchia hanno sospeso la loro cooperazione strategica che comporta anche manovre e sostegno militare reciproco, ma certamente quella di espellere l’ambasciatore israeliano non sarà l’unica misura che prenderà il governo turco sulla questione”. Che previsione fa? “Ritengo che la Turchia, alla luce dei cambiamenti in atto nel Nord Africa e della situazione instabile in Siria stia mettendo in atto un piano per assumere un ruolo leader nel panorama medio orientale e questo per Israele non è certo una buona cosa. Io spero che si possa ricucire l’amicizia che legava i due Paesi. Abbiamo perso un grande amico che sosteneva il nostro Paese e il futuro non è positivo”.