Secondo una notizia di AFP dal Pakistan, una tredicenne cristiana, Faryal Tauseef, è stata espulsa da una scuola per presunta blasfemia in una città a sud di Abbottabad, dove le forze speciali americane hanno ucciso Osama bin Laden. La madre della ragazza, un’infermiera, è stata trasferita dal suo lavoro.
Nella terza media frequentata da Faryal è stato chiesto, in un compito in classe, di descrivere la parola “naat”, un tipo di poesia che loda il profeta Maometto, e lei avrebbe usato, apparentemente, una parola ritenuta offensiva e blasfema. La ragazza ha affermato di aver usato questa parola per errore, ma il suo insegnante ha sostenuto che si è trattato di un fatto intenzionale e ha rimesso la questione al clero.
Il Pakistan è stato sempre più criticato negli anni recenti per le sue dure leggi contro la blasfemia, introdotte nel 1986, dove si sancisce che la diffamazione dell’Islam sia punibile con la morte. Il Paese è inoltre criticato per la persecuzione delle minoranze non musulmane.
Anche se nessuna condanna a morte è stata ancora eseguita in base a queste leggi, essendo state finora le condanne commutate in anni di carcere, un importante politico e un ministro cristiano sono stati uccisi quest’anno. Salman Taseer, membro del Partito Popolare del Pakistan e Shahbaz Bhatti, Ministro per le minoranze, sono stati entrambi assassinati per la loro opposizione alle leggi contro la blasfemia. Data la pressione dei gruppi e dei partiti islamici, il governo pakistano sembra intenzionato a non abrogare queste leggi.
Contestualmente, il Paese ha che fare con una della sue peggiori contraddizioni. Nel distretto di Lower Dir della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, nel Pakistan nord-occidentale, si sono consumati degli scontri sanguinosi tra le forze di sicurezza e dei talebani provenienti dall’Afghanistan. I terroristi hanno oltrepassato, ieri sera, il confine e sono entrati in azione. Il bilancio è stato di 16 morti. 15 sarebbero talebani, mentre le forze di sicurezza avrebbero registrato una vittima. Il Paese, continua a operare da anni, infatti, sul crinale di un’estrema ambiguità.
Mantiene, da un lato, rapporti più o meno collaborativi con gli stati democratici occidentali ma, dall’altro, è profondamente condizionato da larghe frange governative e dei servizi deviati che, in nome dell’islamismo più estremo non si fanno scrupoli a patteggiare con i terroristi e ad ospitarli i casa. Non a caso, Abbottabad, dove Bin Laden fu scovato e ucciso, è una cittadina situata a pochi chilometri da, Islamabad, e vi viveva indisturbato da anni. Oggi i servizi di informazione militare, pur ammettendo di avere contatti con il gruppo armato Rete Haqqani, hanno negato che questo rappresenti un appoggio.