«Il progetto della Luigi Giussani High School nasce perché desideravamo che anche i bambini, come gli adulti, capissero il valore reale che hanno. La nostra intenzione era quindi quella di vedere se la nostra esperienza poteva educare; così abbiamo voluto che dalle loro mamme, che hanno scoperto il valore della loro vita, continuasse anche nei ragazzi». Rose Busingye, fondatrice del Meeting Point International di Kampala, Uganda, ci parla della Luigi Giussani High School, la scuola secondaria costruita proprio nella capitale ugandese, nel quartiere di Kireka, che verrà inaugurata il prossimo 3 febbraio. «Le mamme hanno partecipato e lo stanno facendo ancora adesso attivamente, aiutandoci anche in faticosi lavori manuali. La nostra intenzione era proprio quella di creare questo luogo meraviglioso di compagnia e appartenenza affinché questi ragazzi possano scoprire loro stessi», spiega Rose.



E tutto questo è stato possibile anche grazie alle tante collane di carta riciclata realizzate dalle donne del Meeting Point…

Quando una persona scopre se stessa, quando capisce il proprio valore, allora ogni cosa che tocca acquisisce un valore e diventa presente. La cosa più importante è la scoperta di non essere definiti dalla povertà e dalla malattia, e quando si scopre il valore infinito di se stessi, allora a quel punto si può fare tutto, anche le collane. C’è un momento in cui ti senti lanciato dentro la realtà come un combattente, e non spaventa più niente, perché sai a chi appartieni. Dopo diventa tutto più facile, proprio attraverso il fiorire di questa appartenenza.



E così il 21 maggio 2010 avete posato la prima pietra.

Sì, ma le nostre pietre hanno la straordinaria capacità di mettere radici, di crescere e di fare anche fiori! La scuola può ospitare 400 ragazzi, dai dodici ai diciotto anni, che nei prossimi anni diventeranno 600, e l’edificio ospita dodici classi su tre piani, alcune adibite a uffici e laboratori. I bambini diventano così protagonisti, in un luogo dove possono vivere un’esperienza educativa e di crescita umana.

Anche grazie all’aiuto delle madri, che hanno fatto di tutto per assicurare un futuro ai loro figli.

L’educazione comincia dalla famiglia, la cosa più importante, e proprio per questo il Meeting Point ha creato queste piccole comunità dove le donne accolgono i ragazzi come veri e propri figli, anche se spesso non sono figli loro, per creare un rapporto costitutivo e fondamentale. Non sappiamo come andrà in futuro, ma il fatto che anche solo un ragazzo riesca a scoprire il valore che ha, per noi è un grande successo.



Cosa può dirci della grande solidarietà che si è creata per questo progetto?

Il progetto della scuola è stato portato avanti grazie a tanti amici, che ci hanno sostenuto non solo economicamente, ma anche psicologicamente. Ci hanno dato la forza di continuare e ci hanno aiutato nella costruzione di questa fantastica scuola. Hanno poi contribuito con importanti finanziamenti, ma credo che dove c’è cuore, ci siano anche i fondi. Il 3 febbraio inaugureremo la scuola, e tutte le donne stanno preparando tantissime cose per il grande evento. Verranno anche tanti amici dall’Italia e dalla Spagna, insieme al Nunzio apostolico che verrà a battezzare i bambini e a dare la benedizione, come ha fatto anche in occasione della posa della prima pietra.

 

Cosa significa per lei vedere intitolata la scuola a Luigi Giussani?

 

Il merito non è solo nostro, perché il lavoro di don Gius (come Rose chiama don Giussani, ndr) continua ed è sempre presente. La sua prima missione è stata proprio nelle scuole e noi, continuando e cercando di portare avanti i suoi intenti, abbiamo presto visto che il suo carisma continuava a influenzarci e a cambiarci. In fondo, credo che sia possibile vivere felicemente solo assaporando il carisma di don Gius, perché è fatto apposta per l’uomo, ma purtroppo è l’uomo che spesso va in una direzione opposta.

 

(Claudio Perlini)