Il premier norvegese Jens Stoltenberg ha scelto una ragazza 29enne, di origini pakistane e di fede musulmana, come nuovo ministro della Cultura. Si chiama Hadia Tajik ed è in politica da quando aveva 23 anni. A un anno dalle elezioni, i sondaggi davano il primo ministro di sinistra in svantaggio rispetto ai conservatori. Ecco quindi la mossa a sorpresa, per risalire nei consensi e risultare vincente alla prossima tornata elettorale. “Ritengo che Stoltenberg sia sincero quando afferma di avere scelto Tajik in quanto è una persona di valore, che a soli 29 anni può vantare un’esperienza di tutto rispetto in politica – afferma Rolleiv Solholm, direttore responsabile del quotidiano The Norway Post -. Anche se al premier fa buon gioco il fatto di avere nominato un ministro di origini pakistane, perché gli può permettere di riguadagnare i voti delle numerose comunità immigrate presenti nel Paese”.



Che cosa significa per l’identità nazionale della Norvegia il fatto di avere un ministro musulmano di origini pakistane?

In primo luogo il nuovo ministro della Cultura, Hadia Tajik, ha ricevuto un’ottima accoglienza. E’ cresciuta in Norvegia, parla norvegese in modo fluente, è un avvocato e una giornalista. Inoltre ha già esperienza politica nel Consiglio comunale di Strand, la sua città sulla costa Ovest del Paese. Ha origini pakistane, ma in Norvegia è accettata come norvegese e i commenti dei politici di entrambi gli schieramenti sono stati molto positivi. Anche perché Tajik è l’esempio di una persona di origini straniere, ma molto impegnata nella sua comunità locale e nella società norvegese.



La sua nomina è il segno del fatto che la Norvegia sta cambiando e sta diventando multiculturale?

E’ da un secolo che la Norvegia vive un fenomeno di immigrazione. E ricordo che nel 1905 è salito al trono il re Haakon VII, un principe danese. La nostra cultura è ricca di elementi provenienti da altri Paesi. Per secoli abbiamo avuto la marina mercantile più sviluppata al mondo, che ci ha fatto sentire profondamente interconnessi con il mondo. Quindi un ministro come Tajik è quanto di più naturale ci possa essere.

Eppure è la prima volta che la Norvegia sceglie un ministro di fede musulmana …



E’ così, e non abbiamo neanche mai avuto un ministro di soli 29 anni. Ma i tempi cambiano e c’è sempre una prima volta. Il leader del Partito cristiano democratico, Knut Arild Hareide, ha dichiarato che è una cosa molto positiva che qualcuno con una forte fede personale come Tajik sia entrata a far parte del governo. Ha aggiunto che è un fatto importante per la democrazia e per la giustizia nel Paese.

 

Di fatto però negli ultimi tempi l’immigrazione è aumentata. Quali sono i problemi che provoca a scuola?

 

Quando un bambino fa il suo ingresso nel sistema scolastico norvegese, ha le stesse opportunità anche se i suoi genitori sono polacchi, pakistani o turchi. Le scuole sono aperte a tutti, purché gli studenti superino gli esami. Come riportato in diversi articoli apparsi sulla stampa nazionale, spesso gli studenti immigrati hanno voti più alti dei loro coetanei con i capelli biondi e gli occhi azzurri. Studiano di più perché si rendono conto che per fare strada nella società norvegese è necessario avere voti alti e dimostrare buona volontà.

 

Breivik ha compiuto i massacri anche per dire basta al multiculturalismo in Norvegia. La nomina di Tajik è anche una risposta a Utoya?

 

Capisco che dal punto di vista esterno possa apparire così, ma per noi norvegesi le due cose non sono affatto in relazione. Breivik era un cane sciolto con alcune idee fisse, e ciò contro cui si scagliava è qualcosa che esiste in tutte le società. E’ riuscito a compiere un massacro immane, ma questo non cambia la nostra società.

 

L’obiettivo del premier Stoltenberg è anche aumentare i suoi consensi in vista delle prossime elezioni?

 

Ovviamente a Stoltenberg fa buon gioco il fatto di avere nominato un ministro di origini straniere, perché in Norvegia ci sono dei gruppi consistenti di votanti immigrati. Ritengo però che il primo ministro sia sincero quando afferma che la ragione principale per cui Tajik è stata scelta è che è una donna che non ha mai avuto paura di parlare in modo chiaro e con un’esperienza politica di tutto rispetto. La 29enne è qualificata per il suo ruolo, è accettata da tutti ed è una persona giovane, e questo è a sua volta un fattore positivo.

 

(Pietro Vernizzi)