Venti di guerra tra Siria e Turchia. Non è la prima volta da quando in Siria è scoppiata la guerra civile che i confini tra i due Paesi vengono violati e si assiste a scontri tra i due eserciti. Ma questa volta si potrebbe assistere a una vera e propria escalation: il governo turco ha infatti chiesto il via libera al proprio Parlamento per intraprendere una iniziativa militare contro il Paese confinante. Questo dopo gli scontri di ieri che hanno provocato circa trenta morti tra i soldati siriani in seguito alla reazione dell’esercito turco dopo che i siriani avevano sparato colpi di mortaio in territorio turco. I siriani avevano attaccato un villaggio turco, Akcakale nella zona sud orientale del Paese probabilmente perché vi si nascondevano rifugiati dell’opposizione siriana. Sono infatti migliaia i siriani che dall’inizio della guerra civile sono fuggiti in Turchia. L’attacco dell’esercito siriano aveva provocato cinque morti e tredici feriti. Poi la reazione turca con un bombardamento violento oltre confine che avrebbe provocato la morte di almeno trenta soldati siriani. Adesso la richiesta di avere il via libera ad altre iniziative contro la Siria: il governo ha giudicato “l’azione aggressiva” siriana una seria minaccia alla sicurezza della Turchia. E’ attesa intanto oggi la reazioni delle Nazioni Unite che dovrebbero ovviamente condannare l’attacco siriano chiedendo la fine di questo tipo di violazioni. Ma come al solito i due Paesi alleati di Damasco, Russia e Cina, hanno chiesto un rinvio di tale risoluzione. Non si è invece fatta attendere la reazione statunitense che ha condannato l’attacco siriano contro “i nostri alleati turchi”. La Turchia come si sa è membro della Nato. Infatti ieri sera su richiesta della stessa Turchia si è riunito a Bruxelles il consiglio atlantico per discutere la situazione. Al momento non è stato preso in considerazione l’articolo 5 del trattato di alleanza che considera l’attacco di un paese alleato un atatcco a tutta l’alleanza. Come detto non è la prima votla che episodi del genere si verifiano fra i due paesi anche se le vititme non erano mai state così numerose. 



Dall’inizio della rivolta popolare contro Assad, la Turchia ha sempre sostenuto apertamente tale rivolta chiedendo più volte le dimissioni di Assad. La fine del suo regime infatti potrebbe significare una buona occasioen epr estendere l’influenza turca sull’area medio orientale, anche alla luce delle pessime relazioni con Israele che si sono veificate negli ultimi tempi.

Leggi anche

Tajani al G7: “25 mln per Libano e Gaza, Italia per la tregua in M.O.”/ Meloni: “aumentare presenza in Siria”DUE POPOLI, DUE STATI?/ Se la vera “aspirazione” di Hamas non è molto diversa da quella di Israele