Nell’area di Tel Aviv risuonano le sirene di allarme antimissilistico mentre nella striscia di Gaza proseguono i raid aerei. E mentre il quartier generale di Hamas è stato distrutto dai bombardamenti – tra gli edifici distrutti c’è anche quello del primo ministro Ismail Haniyeh, visitato ieri dal premier egiziano Hisham -, emerge la notizia secondo cui l’esercito israeliano si starebbe preparando a invadere via terra Gaza. In particolare, è stato il viceministro degli Esteri di Israele, Danny Ayalon, ad affermare al Guardian che l’incursione di terra non è certo auspicabile da parte del governo israeliano. Ma, se Hamas continuerà  lanciar missili, si renderà necessariamente inevitabile. Una fonte ha rivelato al quotidiano britannico The Times che l’attuale livello di mobilitazione consentirebbe, dal momento dell’arrivo dell’ordine, di colpire nell’arco di un’ora. A tal proposito, il governo ha dato l’autorizzazione, ieri sera, per mobilitare 75.000 riservisti. Dal canto suo, il premier di Hamas, Ismial Haniyah, si mostra spavaldo e afferma: «I sionisti credono che il loro attacco ci indebolirà, ma è vero il contrario. Rafforza la nostra determinazione a liberare la Palestina finchè non vinceremo», ha replicato su Twitter il premier di Hamas Ismail Haniyeh. Da Washington, intanto, giunge l’appoggio a Israele. Il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, Ben Rhodes, ha fatto sapere, infatti, che gli Stati Uniti vogliono la stessa cosa che vuole lo Stato ebraico. Ovvero, la cessazione degli attacchi da parte di Hamas. Di diverso avviso il premier turco Recep Tayyp Erdogan, secondo il quale Israele dovrà render conto del massacro di bambini innocenti a Gaza. Complessivamente, il numero delle vittime, attualmente, si attesterebbe a 45. Sono tre i israeliani mentre quelli della Striscia sono 42; tra di loro ci sono almeno sei bambini sotto i sei anni. I feriti, poi, sarebbero addirittura 350. Svariati di questi sono rimasti intrappolati sotto le macerie di un’abitazione di Hamas colpito da un razzo durante la notte. Nel frattempo, il governo egiziano starebbe lavorando dietro le quinte per giungere ad un cessate il fuoco.



Intanto, il premier italiano Mario Monti, dopo aver parlato con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha fatto sapere che il nostro Paese svolgerà «un ruolo attivo», con l’Egitto, per tentare una mediazione che conduca alla fine delle violenze. 

Leggi anche

SIRIA/ I “no” di Assad e il ruolo del Golfo dietro la fine del suo regimeFRANCIA, BAYROU NUOVO PREMIER/ "Uomo di compromesso, con lui Macron ha spaccato la sinistra"HAMAS vs ISRAELE/ Sfaradi: Abu Mazen sta dando una mano all'Iran (contro la pace)HAMAS vs ISRAELE/ Amin (Cnn): il nuovo Egitto è la miglior garanzia per la paceISRAELE vs HAMAS/ Nagle: i bombardamenti sono finiti, ma cosa rimane?