Il Partito popolare europeo ha presentato nei giorni scorsi al Parlamento europeo uno studio sul sostegno all’istruzione nei Paesi del Nord Africa recentemente protagonisti della cosiddetta primavera araba. Istruzione ed educazione secondo quanto viene detto in questo studio devono essere alla base delle nuove relazioni dell’Unione Europea con questi Paesi. Non si tratta solo di aiuti finanziari, ma di una serie di scambi e interventi culturali, ad esempio invitando in Europa studenti nord africani, che permettano un maggior scambio esperenziale fra le diverse realtà educative. La professoressa Aida Yehia, docente di scienze politiche alla British University egiziana, contattata da Ilsussidiario.net e presente a Bruxelles durante la presentazione di questo studio, ha sottolineato la valenza di questo impegno reciproco. “Il livello educativo oggi in Egitto è molto basso” ha detto. “Soprattutto le istituzioni pubbliche lasciano molto a desiderare. L’educazione è strettamente collegata all’idea di democrazia e se l’idea di democrazia è ben salda, l’educazione stessa si svilupperà. I Paesi della primavera araba hanno bisogno in questo momento storico di una maggiore collaborazione con l’Europa a tutti i livelli, culturale, economico, educazione e di scambio”.
Professoressa, ci spieghi perché per lei l’educazione è cruciale per i Paesi della primavera araba.
Credo che l’educazione sia stata un’arma molto potente nella lotta contro il colonialismo e l’occupazione, così come è l’arma più potente per liberarsi dai dittatori e dai regimi dispotici.
Dunque un elemento fondamentale per lo sviluppo della democrazia.
In effetti, l’educazione è legata alla democrazia, in quanto apre la strada alla democrazia e dove c’è democrazia l’educazione si sviluppa sempre di più. L’educazione rende le persone coscienti dei propri diritti e privilegi, promuovendone una maggiore partecipazione al loro sistema politico.
Come è attualmente il livello dell’educazione in Egitto?
Il livello dell’istruzione in Egitto nel settore pubblico è piuttosto basso, ad eccezione di poche istituzioni e qualche università nella capitale. Il settore privato offre un livello più alto, ma è anch’esso concentrato nella capitale e non pone molta attenzione al resto del Paese.
Cristiani e musulmani in Egitto hanno accesso allo stesso tipo di educazione?
Il livello dell’istruzione è lo stesso per musulmani e cristiani, non vi è nessuna discriminazione o ghettizzazione nell’educazione.
Lei ha detto che è fondamentale che Unione Europea e Paesi arabi sviluppino una collaborazione nel campo dell’educazione. Perché?
L’Unione Europea è sempre stata uno stretto partner dell’Egitto e i rapporti tra i Paesi dell’UE e la nazione egiziana sono in essere da parecchio tempo. La collaborazione con l’UE è importante, dato che UE ed Egitto sono vicini geograficamente e quindi le relazioni si possono stabilire e sviluppare in modo più facile e veloce.
Che tipo di collaborazione ha in mente? E a quale modello educativo europeo guarda con più interesse?
C’è bisogno di collaborazione a tutti i livelli: culturale, economico, nell’educazione e nel commercio. A mio parere, il miglior modello educativo è quello tedesco, perché è molto rigoroso, profondo e di alta qualità in tutti i livelli di scuola, dall’università all’educazione primaria.
Crede che i valori cristiani e quelli islamici possano incontrarsi fruttuosamente nel campo dell’educazione?
Personalmente credo che i valori cristiani e quelli musulmani già si incontrino e che di fatto le tre religioni monoteistiche (giudaismo, cristianesimo e islam) sono tutte basate sulle stesse regole fatte da Dio e inviate a noi attraverso i Suoi messaggeri. Questi valori comuni sono: non mentire, essere onesti, non rubare, non uccidere, non commettere adulterio e, più importante, “portare la pace in Terra”, cosicché l’umanità possa sposarsi e far vivere i figli in un mondo pacifico. Sono solo i cattivi rappresentanti di ogni religione che mistificano la loro religione e diffondono concezioni e stereotipi sbagliati.