In un’aula abbandonata dalla maggioranza dei deputati cristiani e liberali, i Fratelli musulmani e i salafiti hanno approvato la bozza definitiva della Costituzione egiziana. Nel Paese si sono scatenate le proteste, in quanto secondo le forze rivoluzionarie il presidente della Repubblica, Mohamed Morsi, starebbe cercando di instaurare una nuova dittatura. Ilsussidiario.net ha intervistato il professor Wael Farouq, docente all’American University del Cairo e all’Università Cattolica di Milano.
Professor Farouq, che cosa è in gioco con la bozza definitiva della Costituzione approvata ieri?
Durante il dibattito che ha portato all’elaborazione della nuova bozza, il Partito Libertà e Giustizia ha spiegato di voler integrare l’articolo 2 della Costituzione del 1971, dove si dice che “i principi islamici sono la principale fonte della legislazione”, con l’articolo 219 che fa riferimento alle “sentenze della giurisprudenza”. In un tema così delicato qualsiasi parola pesa come pietre, e ora occorrerà studiare la bozza definitiva nella sua completezza. Ma se confermato quanto emerso nel corso del dibattito, si tratterebbe di un passo indietro disastroso.
Perché?
Tutte le interpretazioni della legge islamica che si sono accumulate nei secoli dal Medioevo fino a oggi assumono un valore vincolante. Il nuovo testo quindi non si limita a ispirarsi al Corano, ma trasforma in normativa vigente il pensiero di giuristi vissuti mille e più anni fa. E’ qualcosa del tutto inaccettabile nel 2012, anche perché non ha nulla a che vedere con l’Islam autentico bensì con le circostanze e con le situazioni della società araba nel Medio Evo. Durante il dibattito è inoltre emerso che i Fratelli musulmani volevano che l’università islamica di Al-Azhar fosse l’unica autorità in grado di decidere le modalità di applicazione della Sharia. Qualcosa che assomiglia molto al Consiglio dei Guardiani della Costituzione che esiste in Iran, che decidono quali leggi sono compatibili con la religione. Non conosco tutti i dettagli della bozza di Costituzione definitiva, ma ho seguito il dibattito che ha portato alla sua approvazione e le diverse versioni presentate nel corso dei lavori dell’Assemblea sono state vergognose.
Quali sono le intenzioni dei Fratelli musulmani?
Puntano a stravolgere il processo democratico che li ha portati al potere. Dieci membri dell’Assemblea Costituente hanno dichiarato chiaramente che la democrazia è in contraddizione con i valori islamici, e che intendono solo avvantaggiarsene per mantenere il potere. Dopo i decreti emanati da Morsi la settimana scorsa, che sono incostituzionali e illegali, abbiamo visto chiaramente che gli islamisti non hanno intenzione di adottare la democrazia. Non appena il popolo egiziano se ne è reso conto, è iniziata una rivoluzione ancora più imponente di quella che ha abbattuto Mubarak.
Qual è l’obiettivo di chi protesta?
L’obiettivo sono le dimissioni di Morsi, in quanto il presidente ha tradito il suo giuramento di rispettare la legge e la Costituzione. Non ha mantenuto nessuna delle sue promesse che avevano convinto in precedenza la gente a combattere per lui. Per me e per numerosi altri egiziani Morsi è soltanto un dittatore privo di legittimità. Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome: quando un presidente emana una dichiarazione costituzionale per accentrare nelle sue mani tutti i poteri dello Stato, legislativo, giudiziario ed esecutivo, non è altro che un dittatore alla stregua di Fascismo e Nazismo.
Quindi rispetto a Mubarak non è cambiato niente?
A essere cambiato non è il regime, che è ancora al potere sotto nuove spoglie, la vera trasformazione riguarda milioni di egiziani che sono scesi in strada reagendo immediatamente al colpo di mano. Con persone di questo tipo, posso avere fiducia nel futuro e anche se dovremo attraversare un lungo periodo di sofferenze, sia di tipo economico sia di tipo politico, questo è il prezzo che dobbiamo pagare per conquistare la libertà.
Mubarak era un dittatore 80enne e ormai debole, Morsi invece è forte e saldamente ancorato al potere. Che cosa accadrà ora?
La gente scesa in queste ore per le strade del Cairo dice: “Noi vinceremo”. E a chi chiede loro come pensano di riuscirci, rispondono: “Vinceremo perché il diritto è più forte”. E’ ciò che credono gli egiziani, è quello che ha permesso loro di cacciare prima Mubarak e poi il Consiglio Militare, e che ora permetterà di limitare il potere di Morsi se non di cacciarlo immediatamente. Mubarak è stato abbattuto non perché fosse debole, ma perché la forza della verità e di questo desiderio di libertà è più grande di ogni potere.
Morsi sarà un dittatore, ma la tregua a Gaza è stata un suo successo personale …
Anche in questo Morsi sta facendo esattamente le stesse cose di Mubarak. Da un lato i suoi discorsi di fronte agli egiziani sono pieni di odio contro Israele e contro gli ebrei in generale, dall’altra nel chiuso delle stanze firma accordi con il governo di Gerusalemme. L’Egitto ha portato avanti questa politica negli ultimi 50 anni, ma non è stato in grado di garantire la pace in Medio Oriente. La pace può nascere solo dalla giustizia, e non dal compromesso su valori fondamentali.
(Pietro Vernizzi)