Barack Obama vince e, dopo la prima elezione del 2008, continuerà a essere il presidente degli Stati Uniti d’America per altri quattro anni. Una vittoria netta, arrivata dopo una lunga notte in cui il candidato democratico è riuscito a conquistare gran parte degli Stati in bilico. Salito sul palco per il primo discorso alla nazione del suo nuovo mandato, Obama ha teso la mano allo sconfitto Mitt Romney e ha promesso all’America che “il meglio deve ancora arrivare”: il presidente dovrà adesso affrontare le sfide più dure che maggiormente dividono il popolo americano, a cominciare dalla difficile situazione economica e dalla sempre più forte emergenza disoccupazione. Obama ottiene la rielezione con oltre 290 voti elettorali, mentre il tentativo dello sfidante repubblicano Mitt Romney di capovolgere le preferenze elettorali si limita alla conquista di Indiana e North Carolina. I democratici conservano il controllo complessivo del Senato, conquistandone seggi in Indiana, Connecticut e Massachusetts, risultato sostanzialmente bilanciato dalla confermata maggioranza repubblicana alla Camera. IlSussidiario.net ha raggiunto Gianni Riotta, editorialista de La Stampa e già direttore de Il Sole 24 Ore, il quale ha seguito la vittoria di Obama direttamente dagli Stati Uniti: «I sondaggi avevano praticamente già annunciato la sua vittoria – ci dice – e i risultati elettorali non si sono allontanati molto dalle previsioni».



Qual è stato secondo lei il principale motivo della vittoria di Obama?

Obama ha scelto di incentrare la propria campagna elettorale soprattutto sull’emergenza lavoro, mentre quella di Romney si è occupata principalmente del debito. In questo momento gli americani sono preoccupati soprattutto del primo aspetto, oltre alla situazione economica, e credo che questo abbia contribuito notevolmente al successo del presidente.



In che modo si sono divisi gli americani tra i due candidati?

Romney ha potuto contare sul voto del ceto medio e dei bianchi, mentre tutte le minoranze si sono schierate dalla parte di Obama. Questo dato molto probabilmente creerà numerosi problemi al governo del presidente rieletto, anche perché il congresso, come abbiamo visto, è rimasto nettamente diviso, col Senato ai democratici e i repubblicani alla Camera.

Qual è il primo motivo che invece ha spinto molti americani a votare Romney?

In particolare le tasse. Molti americani sanno bene che adesso Obama inevitabilmente dovrà alzarle, e ovviamente non volevano che questo accadesse.



Obama esce vincitore nonostante non abbia risolto molti aspetti riguardanti la crisi economica. Come se lo spiega?

Evidentemente il suo operato di questi quattro anni e quanto annunciato durante la campagna elettorale ha convinto la maggior parte degli americani. Se guardiamo però i risultati elettorali, vediamo che nel voto operaio Obama perde in 49 Stati, vincendo solo nello Stato dell’Ohio.

 

Come si spiega invece che uno Stato ricco come la California abbia votato per Obama?

 

Tradizionalmente, dai tempi di Reagan, la California è uno Stato democratico. Anche il governatore è democratico, come i senatori, quindi potevamo aspettarcelo.

 

Senza il peso di dover ricercare una ulteriore rielezione tra 4 anni, Obama potrà contare su una maggiore libertà. Come gestirà secondo lei la situazione?

 

Per essere davvero più libero, Obama dovrà intendersi molto meglio con il congresso, dove la Camera resta repubblicana, cercando un più vasto consenso e una ben più decisa collaborazione. Nei precedente 4 anni non c’è riuscito, adesso non può davvero farne a meno.