“Il fatto che Obama si sia prestato ai giochi dei Fratelli musulmani danneggia la credibilità dell’Occidente in Medio Oriente. Sono molti gli egiziani che avrebbero preferito una vittoria di Romney, nella speranza che smascherasse la doppiezza del partito di Mohamed Morsi”. Il professor Wael Farouq, docente all’American University del Cairo e all’Università Cattolica di Milano, commenta così la rielezione di Obama come presidente degli Stati Uniti. Per l’esperto egiziano, “la testimonianza dei cristiani non è ben accetta nei Paesi arabi proprio per la mancanza di onestà nella politica estera della Casa Bianca. Da un lato parla di valori morali, libertà e democrazia, dall’altra appoggia le peggiori dittature e i governi islamisti, siano essi in Egitto, in Pakistan o in Arabia Saudita”.
Professor Farouq, sbaglio o la vittoria di Obama non l’ha affatto entusiasmata?
Non sono l’unico in Egitto. In molti nel mio Paese avrebbero preferito che vincesse Romney, perché in molti sono convinti del fatto che Obama stia supportando il progetto politico e il governo dei Fratelli musulmani. Al contrario, secondo queste persone Romney avrebbe contrastato in modo deciso il movimento islamista.
E lei è d’accordo con chi la pensa così?
In realtà sia Obama sia Romney purtroppo seguono la stessa politica di compromesso nei confronti del Medio Oriente. Il principale problema della politica estera degli Stati Uniti è il fatto di essere pragmatica e non morale. La Casa Bianca in Egitto si è limitata a salire sul carro del vincitore, senza badare di chi si trattasse. Il bene del popolo egiziano per Washington è un aspetto secondario, come pure la libertà e la democrazia. Ciò che conta sono solo i benefici e gli interessi degli Stati Uniti. La moralità è quanto di più abusato vi sia in politica estera, e Obama non farà certo la differenza, come non l’avrebbe fatta Romney del resto.
Al pragmatismo di Obama avrebbe preferito la moralità di Bush, che ha scatenato una guerra contro Saddam Hussein?
Non sono affatto d’accordo con chi afferma che l’intervento americano in Iraq sia stato dettato da motivazioni ideali. Nessuna guerra è morale, come all’epoca ricordò giustamente il Santo Padre Giovanni Paolo II.
In pochi nel mondo arabo si ricordano di quella presa di posizione di Wojtyla …
Il problema dell’Occidente è la manifesta immoralità della sua politica estera in Medio Oriente. E’ questo a fare sì che la testimonianza delle civiltà occidentali e del cristianesimo non sia accettata dalle popolazioni musulmane. I peggiori pregiudizi contro i cristiani nascono dal fatto di vedere il dualismo e la duplicità della politica estera dei Paesi occidentali.
Può spiegare meglio in che cosa consiste questo dualismo americano?
Innanzitutto, non sono gli Stati Uniti a essere immorali, bensì la politica estera verso il Medio Oriente di quanti si sono succeduti alla Casa Bianca negli ultimi 20 anni. In questo lungo periodo sono salite al potere diverse amministrazioni, democratiche e repubblicane, senza che cambiasse alcunché nella loro politica estera verso i Paesi arabi.
Eppure non capisco: è giusto o sbagliato che gli Usa abbiano preso posizione contro dittatori come Saddam Hussein o Assad?
Il problema sono i due pesi e le due misure di Washington. Saddam ovviamente era un dittatore, ma il Re dell’Arabia Saudita Abdullah non è da meno. Mentre parliamo è in corso una rivoluzione in Kuwait, il 15/20% della popolazione è scesa in strada a protestare ma nessuno ha nemmeno dato la notizia. Arabia Saudita, Kuwait e Qatar sono la fonte di tutti i mali nel mondo islamico. Sono loro per esempio a finanziare gli imam più fondamentalisti in tutti i Paesi, inclusa l’Italia. Eppure in Occidente nessuno condanna il comportamento di questi tre governi che sono in prima linea nella lotta contro i diritti umani.
Difficile operare una distinzione tra l’Islam e l’Arabia Saudita, il Paese musulmano per antonomasia …
Europa e Stati Uniti continuano a ripetere: “Non possiamo interferire in questi Paesi, perché l’Islam è ovunque così”. Invece non è vero, esistono tanti musulmani moderati ma in Occidente nessuno fa nulla per aiutarli perché questo andrebbe contro gli interessi americani in Medio Oriente.
Quale dovrebbe essere invece il ruolo dell’Occidente in Medio Oriente?
Vorrei che fosse chiaro che sono contrario a qualsiasi intervento americano in Egitto, sia che esso avvenga per buone o per cattive ragioni. E ritengo che sia la stessa posizione della maggior parte degli egiziani. Ciò che abbiamo bisogno dall’Occidente è che testimoni i suoi valori e il suo grado di civilizzazione nelle sue relazioni con il Medio Oriente, e che smetta di reagire agli eventi secondo i loro interessi in continuo cambiamento. Il vero e più importante interesse per le persone occidentali dovrebbe essere quello di fare sì che questi valori siano vissuti, perché è l’unico modo affinché le nostre differenze arricchiscano la nostra umanità senza bisogno di inutili compromessi.
E quindi?
Il punto è la differenza tra “reazione” e “risposta”. La reazione significa che sei prigioniero di qualsiasi evento indipendente dalla tua morale, cultura e civilizzazione. Mentre la risposta significa che sei in grado di formulare un giudizio, in modo che gli eventi diventino parte della tua pratica per i tuoi valori e la tua cultura. E’ un esempio che abbiamo bisogno di vedere, e quindi ciò che speriamo realmente di vedere è che la politica americana passi dalla “reazione” alla “risposta”.
Può fare un esempio?
Le amministrazioni statunitensi, senza distinzioni tra Democratici e Repubblicani, si sono sempre trovate a loro agio nel trattare con un governo islamista come quello del Pakistan. Allo stesso modo, si troverebbero a loro agio se il governo egiziano dovesse rivelarsi altrettanto islamista. Torniamo all’Egitto appunto.
Morsi è stato eletto dal popolo egiziano, non da Obama …
Ci sono numerosi segreti che dovrebbero essere rivelati per quanto riguarda le relazioni tra i Fratelli musulmani e la Casa Bianca. In molti in Egitto sono convinti del fatto che Morsi abbia vinto le elezioni grazie a dei brogli organizzati dagli Stati Uniti. Nessuno è stato in grado di provarlo, ma il fatto più importante è che nessuno in Occidente ha mai sottolineato il dualismo che caratterizza movimenti islamisti come i Fratelli Musulmani.
In che senso?
Quando si rivolgono all’Occidente parlano di rispetto dei diritti umani, della libertà e della democrazia, mentre quando hanno di fronte i loro elettori predicano l’odio contro questi stessi valori.
E la colpa degli Usa è di fingere di credere a questi discorsi?
Non sono solo gli Usa a fingere di crederci. Quando in settembre il presidente Morsi ha visitato l’Italia, nessuno ha osato fargli domande sulla posizione del suo partito per quanto riguarda i diritti umani e la democrazia in Egitto. Eppure se principi come libertà e democrazia sono davvero importanti, non si dovrebbe permettere ai Fratelli musulmani di usarli per prendere in giro l’Occidente.
Nel suo ultimo video il numero uno di Al-Qaeda, Ayman al Zawahiri, ha attaccato duramente Morsi. E’ il segno di una svolta moderata dei Fratelli musulmani?
Ho molti amici tra i Fratelli musulmani e molti di loro lavorano sinceramente per il bene dell’Egitto. Ma non posso affatto condividere la loro scelta di trasformare la religione in un’ideologia politica. I Fratelli musulmani inoltre sono un’associazione segreta e illegale. Questo purtroppo mette in cattiva luce anche il presidente Morsi, nonostante sia stato eletto in modo democratico. La differenza tra Fratelli musulmani e Al Qaeda non è nei principi, ma nel grado di applicazione di questi stessi principi. Con ciò non voglio dire che i Fratelli musulmani siano degli estremisti né tantomeno dei terroristi, ma purtroppo le basi ideologiche da cui prendono spunto sono le stesse di Al Qaeda.
(Pietro Vernizzi)