Dopo le parole del Papa sulle nozze gay, i difensori dei diritti omosessuali tornano ad attaccare Benedetto XVI. Il pretesto stavolta è offerto dal fatto che giovedì il presidente del parlamento ugandese, Rebecca Kadaga, si è incontrata con il Santo Padre nel corso della sua visita in Italia. Secondo diversi quotidiani e siti web, il 12 novembre scorso Kadaga aveva dichiarato che avrebbe presentato un disegno di legge nel quale si prevedeva la pena di morte per i reati legati all’omosessualità. Il Codice penale dell’Uganda attualmente in vigore, come quello di altri 36 Paesi nel mondo, considera illeciti gli atti omosessuali. Ilsussidiario.net ha intervistato Rose Busingye, presidente e fondatrice del Meeting Point di Kampala, che cura donne malate di Aids.



Che cosa ne pensa delle parole del Papa che hanno scatenato le polemiche?

Benedetto XVI ha sempre amato la persona umana, cioè il suo valore e la sua dignità. Anch’io seguendo lui sono certa che l’uomo non è definito dalla sua debolezza e dalla sua fragilità, ma dal valore infinito che gli è stato dato da Dio. Quando curo le ragazze malate di Aids all’Avsi Point, lo faccio sempre a partire da questo presupposto.



Vale anche per le persone di tendenza omosessuale?

Sì. Ciò non vuol dire che allora l’uomo, essendo di valore infinito, sia autorizzato a sbagliare; vuol dire che quando cade non è definito dal suo sbaglio. Un uomo, partendo dal valore che ha, può essere educato a cambiare i suoi atteggiamenti e le sue fragilità. Proprio perché l’uomo non è un animale, se è educato può cambiare e vivere all’altezza della sua dignità. E allora anche nei confronti degli omosessuali la questione non è dire “Andate pure avanti, tanto non c’è possibilità di cambiamento”. Anche i gay, in quanto uomini, hanno un valore infinito e sono essi stessi persone responsabili, a condizione che abbiano ricevuto una educazione in questo senso.



Secondo gli attivisti gay, le parole del Papa sono espressione di una cultura omofoba.

Chi critica il Papa vada a vedere che cosa accade agli omosessuali nelle zone musulmane, dove essere gay è ritenuto una bestemmia. In certi Paesi uccidono le donne che non indossano il velo, non capisco quindi perché certi giornali debbano prendere di mira una personalità disarmata come il Papa, che ama l’uomo e la vita. Gli attivisti dei diritti umani se hanno coraggio vadano nei Paesi musulmani a condurre le loro battaglie per difendere i gay e liberare le donne.

Come è percepita la questione dell’omosessualità in Uganda?

Qui gli omosessuali non si vedono, perché la tradizione del Paese è la normalità del rapporto tra una donna e un uomo. Anche per questo motivo, non vedo proprio la necessità della legge proposta dal presidente Rebecca Kadaga contro i gay. In tutta la mia vita gli unici omosessuali che ho conosciuto sono stati quelli europei, mentre in Africa non mi è mai capitato di incontrarne. Forse esistono ma non si mostrano pubblicamente, perché la maggior parte delle persone lo ritiene un fatto vergognoso in quanto va contro la tradizione, e non certo perché lo dice il Papa. Per una persona analfabeta che vive nei villaggi ugandesi l’omosessualità non è un fatto normale.

 

L’opinione pubblica in Uganda ha un’idea positiva del Papa?

 

Noi africani ci appoggiamo al Papa perché è l’unico che ci ha sempre difesi e amati. Nessuno qui in Uganda si sente voluto bene da chi polemizza contro Benedetto XVI. Qui la gente muore per le armi, le malattie, la fame, e chi ha fatto qualcosa per noi? Soltanto il Papa. Mentre la borghesia occidentale, che non ha il problema della malaria e della mancanza di acqua, può permettersi di attaccare il Vaticano a prescindere. Dove sono i difensori dei diritti umani quando i bambini africani muoiono di fame o saltano sulle mine?

 

Da che cosa scaturisce la posizione del Papa?

 

Il Papa protegge ogni uomo, che si tratti di un omosessuale, un malato di Aids o un ladro. E può farlo perché si rivolge alla persona nella sua interezza. Ciascun uomo ha un desiderio infinito, la cui soddisfazione non sta nell’appagare i suoi impulsi, siano omosessuali o eterosessuali. Per rispettare veramente l’uomo bisogna considerarlo in modo completo, e non a partire dalle sue esigenze parziali come quella del cibo, del sesso, del denaro o del potere. Ciascun uomo è più grande di quello che egli stesso può immaginare, ed è quindi responsabile delle sue azioni, ma perché se ne renda conto deve essere educato.

 

(Pietro Vernizzi)