Un gruppo di pirati ha preso d’assalto una nave da rifornimento al largo della Nigeria sequestrando quattro marinai che si trovavano a bordo. Tre di loro sono italiani. A confermarlo è la Farnesina, mentre ancora non è chiara la nazionalità del quarto ostaggio. L’equipaggio sequestrato si trovava a bordo della nave Mv Asso Ventuno, dell’armatore Augusta Offshore, con sede a Napoli, attaccata nella giornata di domenica a circa 40 miglia al largo dello Stato petrolifero nigeriano di Bayelsa.  Il ministro degli Esteri Giulio Terzi sta attualmente seguendo il caso in prima persona, mentre il ministero e l’Unità di crisi stanno collaborando con le autorità nigeriane per garantire che i marinai rapiti possano fare ritorno a casa sani e salvi. In attesa di ulteriori aggiornamenti abbiamo chiesto un commento a Carlo Biffani, direttore generale di Security Consulting Group e presidente di Assosecurnav.

Biffani, come giudica quanto avvenuto al largo delle coste nigeriane? Come presidente di Assosecurnav e direttore di una società che opera in questo settore da anni, posso dire che è una vera vergogna che dopo mesi e mesi dall’emanazione della legge, nonostante le tante rassicurazioni ricevute, siamo ancora in attesa che i vari ministeri dell’Interno, Trasporti e Difesa si degnino di emanare il regolamento d’attuazione.

Di che cosa si tratta? Si tratta di quel documento tecnico, come ho detto praticamente già pronto e in attesa di una semplice firma, che permetterebbe agli armatori di avvalersi non solo della risorsa pubblica, quindi dei nuclei militari di protezione, ma anche di quella privata, costituita da guardie particolari giurate create ad hoc per questo tipo di operazioni.

Come mai crede che tale firma, che garantirebbe una maggiore protezione in mare, ancora non sia arrivata? La mia più grande paura è che viste le incombenti elezioni nessuno voglia firmare ed evitare così di prendere decisioni che potrebbero poi essere utilizzate in campagna elettorale. Temo che si stia solo aspettando che tutto ciò venga gestito dal prossimo governo, quindi potrebbero passare anche mesi prima che qualcuno torni a discuterne. E questo è scandaloso.

Cosa può dirci invece di questo recente rapimento? Ciò che avviene di fronte alle coste della Nigeria è completamente diverso da ciò a cui invece assistiamo lungo le altre zone africane. Solitamente i pirati che agiscono in quest’area sono dei predatori, non dei sequestratori, almeno secondo quella che è la loro storia di attività marittima.

Quindi in che modo si comportano di solito? Arrivano sulla nave presa d’assalto, la spogliano di tutto ciò che può avere un valore, sequestrano l’equipaggio per un periodo limitato e poi lo rilasciano. Questa è la fenomenologia tipica di quel lato dell’Africa, poi ovviamente tutto può succedere.

Quindi gli ostaggi potrebbero anche essere rilasciati a breve?

Normalmente i marinai sequestrati in quell’area vengono tenuti prigionieri per diverse ore, al massimo per qualche giorno. Però, ripeto, è impossibile sapere con esattezza che cosa potrà realmente accadere.

Crede che verrà chiesto un riscatto in cambio della liberazione? E’ difficile da dire, però solitamente questi pirati si accontentano di tutto ciò che hanno potuto prendere sulla nave. E’ però anche possibile che l’esperienza della costa orientale dell’Africa, in particolare quella somala, li abbia indotti ad assumere atteggiamenti di tipo diverso.

 

(Claudio Perlini)