Furia dei manifestanti al Cairo: le proteste contro i decreti dittatoriali con cui il presidente islamico Morsi si è attribuito poteri illimitati stanno infuriando. Il palazzo presidenziale è stato preso d’assalto da migliaia di persone tanto che scontri violenti con le forze dell’ordine continuano da ore. Scontri così violenti che lo stesso Morsi ha pensato bene di mettersi in salvo abbandonando il palazzo presidenziale che si trova nel quartiere di Heliolpolis nella capitale egiziana. Insieme a lui se ne sono andate anche le forze di sicurezza, almeno dal perimetro esterno, non si sa se all’interno ci siano ancora forze dell’ordine. Al momento ci sono voci discordanti su cosa sta succedendo realmente al Cairo: secondo alcuni le forze di sicurezza si sarebbero ritirate dal palazzo presidenziale perché in realtà i manifestanti avrebbero abbandonato la protesta. E’ una situazione in escalation che sembra portare l’Egitto verso una resa dei conti tra Fratelli musulmani che dopo aver vinto le elezioni hanno continuato a erodere i diritti democratici e la popolazione, espressione dei partiti liberali che si oppongono al regime islamico. Non è sicuro ma secondo voci che provengono dal paese africano Morsi si troverebbe attualmente nella sua residenza privata a est della capitale. Il presidente ha abbandonato il palazzo quando i manifestanti sono riusciti a rompere il cordone delle forze di sicurezza: i poliziotti hanno lanciato a lungo gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti ma è stato inutile. Sembra che fortunatamente non ci siano vittime, solo alcuni feriti, forse una decina. I manifestanti sono migliaia, forse diecimila e anche di più, come non succedeva dai tempi del regime di Mubarak, e soprattutto sono molto arrabbiati e decisi a farla finita con il regime di Morsi. Lo hanno definito l’ultimo avvertimento a Morsi: dopo di che non si sa cosa possa succedere. Oggi la protesta contro Morsi aveva visto anche la partecipazione di molti media, giornali di opposizione, che avevano scioperato. Anche loro in protesta contro la bozza di costituzione approvata dagli islamici all’assemblea costituente. I partiti di opposizione infatti avevano abbandonato da tempo i lavori dell’assemblea per protesta contro gli articoli dittatoriali che sono poi stati inclusi.