«Abbiamo assistito a un classico colpo di Stato. Il presidente democraticamente eletto è stato rimosso inizialmente da alcuni agenti di polizia che si erano ribellati, ma adesso si sta delineando un quadro che può essere considerato ancora più classico. La rimozione di Mohamed Nasheed è avvenuta da parte di fedelissimi dell’ex dittatore sconfitto alle prime elezioni democratiche che si sono svolte nel Paese. L’ex presidente, la cui dittatura è durata oltre trent’anni, si chiama Maumoon Abdul Gayoom e ha evidentemente ancora molti sostenitori all’interno delle istituzioni e delle varie componenti del governo e delle forze armate». Queste le parole di Luca La Bella, responsabile del desk Asia del Ce.S.I., il Centro Studi Internazionali, a cui chiediamo di fare il punto della situazione riguardo il golpe avvenuto alle Maldive.



Come mai è stato deciso il colpo di Stato?

La famosa miccia che ha fatto deflagrare tutto il complotto per rimuovere Nasheed è stata la sua richiesta, fatta all’esercito, di rimuovere un giudice che aveva disposto la scarcerazione di un uomo che stava attivamente complottando contro di lui. Quando la richiesta è giunta, la polizia si è immediatamente ribellata e si è scatenata una forte protesta da parte dei settori più conservatori del Paese, che per oltre il 90% professa la religione islamica e che principalmente intrattiene delle credenze assolutamente moderate e tolleranti. Non potrebbe essere altrimenti, visto che la nazione è meta di oltre un milione di turisti l’anno, la maggior parte dei quali occidentali, gli unici che si possono permettere di poter pagare profumatamente le loro vacanze in questo piccolo angolo di paradiso.



C’è però anche una parte meno tollerante…

Sì, c’è un’opposizione islamica che intende dare un’impronta molto più ortodossa al Paese, attraverso tutta una serie di restrizioni riguardo l’ingresso da parte di stranieri non islamici, la vendita di alcolici nei resort turistici, la cucina della carne di maiale e così via. Questi ambienti del Paese sono gli stessi che sostengono anche l’ex dittatore Gayoom e che sono stati cooptati dalla sua “cricca” per agitarsi e rimuovere il presidente democraticamente eletto. Nasheed era per altro un dissidente al tempo della dittatura dell’ex presidente, quindi c’è anche una sorta di rivalità personale tra i due soggetti che recentemente si sono scambiati i ruoli.



Da quanto è presente questo Islam rigorista?

Questa tendenza conservatrice è qualcosa che affonda le sue radici nel passato, molto prima che Nasheed diventasse presidente. Da tempo infatti stiamo osservando che le Maldive stanno diventando un centro abbastanza importante di radicalizzazione islamica, e si parla anche di una presenza minima, ma alquanto stabile, di gruppi salafiti.

Che ruolo hanno avuto in questo colpo di Stato?

Hanno avuto un ruolo fondamentale, se non altro perché hanno potuto fare da sponda ai complottatori, quindi credo che più di un colpo di Stato islamista si sia trattato di islamisti strumentalizzati da chi il potere lo vuole amministrare a proprio beneficio, quindi da Gayoom e da colui che ora è il nuovo presidente, ma che è comunque un uomo dell’ex dittatore.

Che scenari futuri prevede?

Innanzitutto la fine della democrazia alle Maldive. Scenario abbastanza triste non solo perché si tratta di un Paese stupendo, ma perché questo potrebbe danneggiare gli stessi maldiviani: quella del Paese è un’economia che, come poche altre al mondo, dipende dal turismo, dalla stabilità e dalla tolleranza con la quale gli stranieri vengono accolti. Qualora questo colpo di Stato spalancasse le porte a un Islam più imperante e conservatore, che può andare quindi a ledere quelle che sono le libertà di cui godono i turisti stranieri, ci sarebbe certamente un riflesso assolutamente diretto nelle capacità del Paese di generare introiti.

 

Secondo lei, è possibile prevedere un ritorno dello stesso Gayoom?

 

È ancora troppo presto per dirlo. Quello che è chiaro finora è che il vicepresidente del Paese è un signor nessuno facente parte di un partito politico veramente piccolo, al contrario di Nasheed, e sono infatti molto pochi quelli che scommettono sulla sua sopravvivenza politica di lungo termine. Prima o poi dovrà rivelarsi la vera faccia che si cela dietro quello che è successo, e qualora Gayoom non potesse presentarsi a causa di un’immagine ormai troppo negativa, certamente salirebbe al potere qualcuno strettamente legato a lui.

 

Quali sono adesso i rischi per i turisti?

 

Per il momento non si sono verificati incidenti nei resort, e i rischi maggiori possono esserci nella capitale, Malè, da cui però, dopo essere arrivati nel Paese, solitamente si prendono immediatamente voli charter o navi per le tante altre isole. Non credo quindi che negli atolli possano mai verificarsi particolari problemi, ma è necessario attendere ancora per capire se avverrà un cambiamento della politica nazionale rispetto alla presenza di così tanti alberghi e turisti stranieri nel Paese.

 

(Claudio Perlini)