Ancora fiamme, scontri e paura ad Atene. Almeno 30 mila persone sono scese in piazza oggi per protestare contro il piano di austerità che in queste ore il governo greco sta discutendo in Parlamento, e nuovi violenti scontri stanno avvenendo proprio in piazza Syntagma. Tra i manifestanti numerosi black bloc, che nella giornata di oggi hanno scatenato una vera e propria guerriglia attraverso lanci di bottiglie incendiare, bombe carta e pietre, rigorosamente incappucciati con passamontagna nero e organizzati come un esercito. La polizia, in assetto antisommossa, risponde agli attacchi sparando i lacrimogeni, anche se ancora non è chiaro quale delle due parti abbia cominciato gli scontri. Intanto il dibattito in Parlamento continua, e sembra che andrà avanti fino alle 23 di questa sera. Sul tavolo della discussione il tanto discusso piano di austerità e l’accordo con i creditori privati: intervenendo in aula, il ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos ha detto che «la Grecia intende lanciare tra oggi e venerdì 17 febbraio l’offerta pubblica ai suoi creditori privati per la ristrutturazione del debito, per non correre il rischio di un fallimento». Proprio in questi minuti il premier Loukas Papademos dovrebbe parlare ai deputati per difendere il drastico provvedimento, e anche ieri sera, in un drammatico messaggio alla nazione, il premier greco ha detto: «Sappiamo che le nuove misure colpiranno i greci nel breve termine. Lo sappiamo. Ma i costi sociali non si possono paragonare con il disastro che genererebbe una loro bocciatura. Siamo giunti al Punto Zero. Queste misure ci evitano il fallimento incontrollato, che porterebbe il paese alla catastrofe, al caos economico, all’esplosione sociale». Mentre gli scontri proseguono, non solo ad Atene ma anche in altre città greche, nella serata di oggi il Parlamento dovrebbe votare sui tre testi riguardo le misure per ricapitalizzare le banche, l’autorizzazione al premier per firmare gli accordi europei e, come detto, un swap di titoli pubblici con le banche creditrici per cancellare 100 dei 350 miliardi di euro totali del debito greco.
Così, mentre tra manifestanti e a genti di polizia si cominciano a contare i feriti, la Grecia si prepara al voto con cui il Parlamento dovrebbe dire sì, forse, all’ultima vera occasione per restare in Europa.