Buenos Aires, disastro ferroviario. Un treno non si ferma in stazione e si schianta tra la gente. Un bilancio che potrebbe essere quello di una incredibile tragedia: al momento, notizie del tutto provvisorie, si parla di almeno cinquanta morte e quasi seicento feriti. Molte persone sono ancora intrappolate nelle lamiere del convoglio. E’ successo alle 8 di mattina ora locale quando un treno della linea urbana “Sarmiento” è arrivato a quella che già sembrava una velocità fin troppo elevata nella stazione di Once, nella capitale argentina di Buenos Aires. Non si è fermato: ha terminato la folle corsa contro la banchina della stazione dove si sono schiantate le vetture. La protezione civile e le ambulanze sono accorse sul posto, ma non si può ancora fare un bilancio dei quella che potrebbe essere una strage. Circa tra venti e cinquanta i morti, oltre cinquecento i feriti di cui molti in gravi condizioni, almeno trenta persone ancora intrappolate nei vagoni di cui non si conosce la sorte esatta. Il treno come dicevamo è arrivato in stazione a quella che si capiva essere una velocità troppo alta, evidentemente un guasto si era già verificato al convoglio che quindi è andato a schiantarsi contro la barriera senza riuscire a frenare. Le prime vetture si sono schiacciate e accartocciate su di loro. Secondo i primi rapporti uno dei vagoni è penetrato nel precedente di almeno sei metri. Una tragedia delle più gravi della storia dei trasporti ferroviari di tutti i tempi e il cui bilancio è al momento tutto da decifrare. E’ anche tutta da capire la dinamica, come è possibile cioè che un convoglio ferroviario pur con un danno ai motori o ai freni non disponesse di adeguato sistema di frenatura: non si ricordano infatti in tempi recenti casi analoghi, cioè di treni schiantatisi in una stazione senza la possibilità di fermarsi o di ridurre la velocità. Non è chiaro quante persone ferme in stazione poi siano rimaste investite dal convoglio. Infatti sembra che non sia stato neanche possibile fare in tempo a dare l’allarme ai passeggeri in attesa di altri convogli ferroviari.