La certezza della fede in una situazione nella quale tutte le altre certezze, anche quelle più banali e quotidiane, sono venute meno. Quando la terra trema per un anno e mezzo di fila, con migliaia di scosse di cui una di magnitudo 7.1 seguita sei mesi dopo da un’altra di magnitudo 6.3, tutto è rimesso in discussione. Barry Jones, vescovo cattolico della diocesi di Christchurch, in Nuova Zelanda, epicentro di questa serie di terribili terremoti, racconta a tutto il mondo la testimonianza della sua comunità. Tanti piccoli episodi, come la scuola cattolica distrutta quattro volte, e ricostruita ogni volta in un punto differente, l’ultima ad alcune decine di chilometri di distanza, ma che nonostante tutto ciò non ha perso un solo studente. O i fedeli alle messe domenicali che non accennano a diminuire nonostante i terremoti.



In che modo la comunità cattolica di Christchurch ha vissuto l’ultimo anno, che è stato uno dei più difficili della sua storia?

La comunità cattolica rappresenta il 15 per cento della popolazione totale di Christchurch e per tutti i nostri concittadini è stato un periodo davvero difficile. Le parrocchie, le scuole cattoliche, le case e i luoghi di lavoro delle persone sono state colpite in modo grave. Una scuola cattolica ha trasferito la sua sede per quattro volte, e oggi si trova a molti chilometri di distanza dalla comunità dei genitori e dal precedente sito, che è stato completamente distrutto. In modo sorprendente, le famiglie stanno percorrendo lunghe distanze per continuare a mandare i loro figli a quella scuola. Alcune persone sono traumatizzate dalla lunga successione di terremoti, che continua ancora. Sono state registrate migliaia di scosse e quattro terremoti di grandi proporzioni negli ultimi 12 mesi. Nessuno sa quando finiranno, e questo provoca una costante ansietà. La maggior parte delle chiese cattoliche della città di Christchurch è fuori uso per il rischio che crollino del tutto alla prossima scossa di terremoto. Le comunità parrocchiali si incontrano quindi in altri edifici per le Messe e per le riunioni. La Cattedrale è gravemente danneggiata e inutilizzabile.



La sua diocesi ha dovuto anche contare delle vittime?

Molte delle vittime del terremoto sono state seppellite dalle Chiese cristiane, e alcune di queste dalle Chiese cattoliche. Si sono inoltre persi alcuni posti di lavoro perché diverse aziende sono state costrette a chiudere. La maggior parte delle persone ha trovato questa esperienza estremamente difficile e inquietante, anche perché di fronte a una serie continua di terremoti, che cosa può fare una persona?

 

Nell’ultimo anno e mezzo ha osservato anche dei segni positivi nella comunità della sua diocesi?



 

Una cosa che mi ha fatto rallegrare è stata la testimonianza delle persone che ogni domenica si recavano a Messa come se nulla fosse. Rispetto all’anno che ha preceduto i terremoti il loro numero non è cambiato affatto. Le persone cattoliche, come tutti gli altri cittadini di Christchurch, sono determinati a continuare a vivere anche in questo periodo terribile e a restare fedeli alle loro attività ordinarie.

 

Questi continui terremoti non hanno fiaccato il coraggio della gente?

 

So che alcune persone hanno pregato con maggiore frequenza di quanto abbiano mai fatto prima, ma sono sicuro del fatto che la fede di alcune altre si è indebolita in seguito allo stress, per il fatto di vivere una terribile incertezza e vedere dei danni così grandi, la perdita delle case e così via. Alcuni commentatori fondamentalisti inoltre hanno fornito delle interpretazioni pubbliche affermando che Dio starebbe punendo la città per i peccati della sua gente.

 

Dopo il terremoto dell’11 febbraio 2011 ci sono state numerose altre scosse. Per una persona cristiana, è possibile vivere la certezza della fede anche in una situazione di così grave incertezza?

Le scosse, da quando è iniziato il terremoto, non sono state solo numerose bensì diverse migliaia, e la vita nelle parrocchie e nelle scuole della diocesi non è diminuita in alcun modo, anche se gli edifici di molte scuole e chiese sono stati danneggiati o messi fuori uso, al punto che è stato necessario demolire alcune chiese.

 

In che modo la Diocesi di Christchurch è riuscita ad aiutare la sua gente colpita dal terremoto?

 

La Diocesi di Christchurch ha ricevuto significative donazioni finanziarie e sovvenzioni, sia da parte della Santa Sede sia dalle altre Diocesi della Nuova Zelanda, dalla Caritas “Aotearoa-Nuova Zelanda” e da parte di numerosi singoli benefattori. Questi fondi sono stati utilizzati, e sono ancora utilizzati, per assistere le persone colpite dai terremoti. Il gruppo giovanile diocesano ha raccolto e distribuito cibo alle famiglie rimaste isolate al momento del disastro, è stata fornita consulenza psicologica ai bambini delle scuole e agli adulti rimasti traumatizzati e un dipendente della Diocesi lavora a tempo pieno per coordinare e intensificare gli sforzi delle parrocchie e dei gruppi per aiutare le persone nel bisogno.

 

(Pietro Vernizzi)