La rivoluzione tunisina non ha avuto grande risalto sui nostri media. Un particolare però ha colpito gli italiani: una delle micce della rivolta è stato l’aumento del prezzo del pane, ma questa notizia è passata in cronaca, quasi per stigmatizzare un confronto poco onorevole con la nostra indolenza.
Dal desiderio di sapere cosa sta succedendo al di là del Mediterraneo, ad un passo dalle nostre coste, è nato l’incontro Tunisia 2011. La Rivoluzione. E poi?. La Tunisia: un Paese che dopo le recenti elezioni è governato da Nahda, un partito moderato d’ispirazione islamica, e che è anche una nazione con forti legami culturali ed economici con l’Italia. In un momento in cui – a dispetto della vulgata promossa dai talk show televisivi – i nostri giovani stanno girando il mondo, è di Monica Poli l’idea di raccontare a Brescia la rivoluzione tunisina; neolaureata in scienze politiche, sta studiando l’arabo ed è di casa in Marocco e in Tunisia, con l’idea di trasformare la sua passione – chissà – in una professione.
L’incontro – organizzato dalla Fondazione San Benedetto e dall’Associazione culturale Areopago – si tiene oggi a Brescia, giovedì 1° marzo, alle 20.30 al Centro Pastorale Paolo VI di via Gezio Calini. Dopo un’introduzione di Clara Capelli, esperta di geo-politica dell’area, interverranno tre relatori, legati a vario titolo alla Tunisia: Giacomo Fiaschi (Consigliere politico della Segreteria generale del Partito Nahda), Mario Mauro (parlamentare europeo) e Adriano Paroli (Sindaco di Brescia).
Fiaschi, sicuro protagonista della vicenda, è un toscano verace oggi trapiantato in Tunisia; ma non ha dimenticato l’Italia: già in occasione della scorsa edizione del Meeting di Rimini ha accompagnato a Rimini l’attuale Primo Ministro tunisino Hamadi Jebali. Giacomo Fiaschi vive in Tunisia da circa vent’anni, dove si sente un po’ “nonno” di un Paese giovane e dove i membri dell’Assemblea costituente hanno poco meno di trent’anni. Imprenditore e reporter freelance, finì sotto il controllo della polizia politica per alcuni video-denuncia sugli abusi del passato regime pubblicati su Youtube attraverso l’Italia. «La Tunisia di oggi è un po’ come l’Italia del Dopoguerra – confida Fiaschi –, dopo un’esperienza che ha visto due presidenti in 53 anni, l’aspirazione è una repubblica parlamentare che dia il via alla ricostruzione». E ripescando dalla sua biblioteca personale Romano Guardini, sostiene che, a partire da una comune Weltanschaung e da condivisi valori non negoziabili, l’Italia e la Tunisia possono costruire una partnership formidabile, non disconoscendo ma partendo dal senso religioso dei loro popoli. Con un paragone un po’ scherzoso, descrive Nahda come la Dc degli anni 50: fuor di metafora, è un periodo certamente complesso quello che si vive a Tunisi, ma ci invita a guardare con simpatia il tentativo dei tunisini.
«Quando mi hanno proposto il ruolo di consigliere politico del partito – prosegue Fiaschi – gli ho detto che ero cattolico praticante e pure ex prete, ma questo per loro non ha costituito un problema, anzi». A Brescia vuole ricordare all’Italia che può essere protagonista di questo momento e che la Tunisia la sta chiamando esplicitamente; il nostro Paese non può essere ricordato solo per gli sbarchi, e soprattutto non può perdere quello che lui stesso definisce «un appuntamento con la Storia».
Mario Mauro non ha bisogno di presentazioni: europarlamentare e membro della Commissione affari esteri del Parlamento europeo, è profondo conoscitore del Mediterraneo e della sua sponda nordafricana. Dalla politica, insieme a lui ci sarà anche il Sindaco di Brescia, Adriano Paroli, grande amico della Tunisia (e della sua Chiesa), dove ogni anno (e fino alla rivoluzione) portava un folto gruppo di amministratori bresciani per tenervi un corso di formazione.
Ma soprattutto ci saranno i ragazzi che hanno organizzato l’incontro, segno di una vitalità che ai nostri giovani non manca.
(Manolo Salvi)