Due violente esplosioni hanno colpito stamane la città di Damasco. La televisione di Stato ha riferito di diversi civili e personale delle forze di sicurezza rimasti coinvolti nelle deflagrazioni che sono avvenute in un centro di intelligence e in un edificio della polizia. Nessuna rivendicazione degli attentati, simili agli altri che hanno straziato la capitale negli ultimi tre mesi insieme alla seconda città siriana di Aleppo.



La tv di stato ha ipotizzato la matrice di stampo terroristico degli attentati: un intervento mirato di Al Qaeda per rafforzare l’ondata di violenza che ha colpito il paese negli ultimi tre mesi sull’onda delle proteste contro l’attuale presidente Bashr-Al- Assad. Proprio il mese scorso Il capo di al Qaeda, Ayman al-Zawahiri, ha espresso tutto il proprio sostegno alla rivolta contro un regime “che ha commesso atti criminali contro il proprio popolo”.



Secondo l’agenzia di stampa Sana due autobomba piazzate nei pressi dei due edifici, la sede dei servizi di sicurezza dell’Aereonautica, l’ agenzia di controllo e repressione, e contro la sede della Sicurezza criminale, dipendente dal ministero degli interni, sono esplose intorno alle 7.30 locali (6.30 in Italia). Sempre la tv di stato trasmette immagini di corpi dilaniati dalle esplosioni e carcasse di auto bruciate. Residenti di Damasco hanno riferito di intense colonne di fumo nero che salivano dalle zone in cui hanno colpitogli ordigni.

Secondo la Cnn, che cita testimoni e fonti locali, una terza esplosione sarebbe avvenuta a bordo di un bus dell’Esercito di Liberazione Palestinese. Le autobomba di stamane hanno fatto seguito a tre attentati suicidi avvenuti a Damasco in dicembre e gennaio che hanno ucciso almeno 70 persone. Le esplosioni sono avvenute due giorni dopo il primo anniversario dalla rivolta contro il regime di Al- Assad, in cui secondo le Nazioni Unite, sono state uccise 8000 persone e circa 230.000 sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni.



Per lo più profughi che spingono al confine con la Turchia per trovare asilo. Il governo di Ankara ha chiesto alla  comunità internazionale la creazione di una ”zona cuscinetto” al confine con la Siria per far fronte all’afflusso di profughi dal paese.

L’inviato speciale dell’Onu Kofi Annan, che ha incontrato il presidente Bashr Al Assad il 10 m,arzo scorso ha lanciato un accorato appello sulla situazione della Siria ai 15 membri del Consiglio di sicurezza, chiedendo di fermare le violenze. Annan ha inoltre chiesto l’invio di consiglieri in Siria all’inizio della prossima settimana per discutere sulla possibilità di inviare osservatori internazionali, nella speranza che la loro presenza possa placare l’ondata di violenza nel paese. L’obiettivo si dimostra, però, sempre più lontano, anche perché i paesi dell’Onu e la Lega Araba hanno ancora opinioni profondamente divergenti sulla situazione siriana.