I guerriglieri maoisti hanno liberato Claudio Colangelo, l’ostaggio italiano sequestrato in Orissa insieme a Paolo Bosusco. A confermarlo è stato il ministero degli Esteri italiano, che ha diffuso una nota in cui si afferma: “Claudio Colangelo è libero: il nostro connazionale ha parlato al telefono con il console generale Joel Melchiori a Bhubanesvar e gli ha riferito di trovarsi in buone condizioni e di essere in viaggio con alcuni giornalisti indiani”. Le prime parole dell’ostaggio liberato, intervistato dall’emittente indiana NDTV, sono state: “E’ stata un’esperienza spaventosa”. Contattato mentre si trova in Orissa, in viaggio tra Puri e Bhubanesvar, il corrispondente dell’Ansa, Maurizio Salvi, sottolinea: “Ora la liberazione di Bosusco sarà certamente più difficile di quella di Colangelo, e sarà complicata ulteriormente dalle divisioni tra i leader maoisti delle diverse aree tribali. Dal momento che c’è di mezzo uno straniero, è però probabile che il governo dell’Orissa faccia delle concessioni ai guerriglieri per evitare che il caso continui ad avere una rilevanza internazionale”.
Inizialmente i maoisti avevano presentato 13 richieste, che non sono state soddisfatte. Per quale motivo si è arrivati ugualmente alla liberazione di Colangelo?
Ci sono stati vari colpi di scena dalla cattura dei due ostaggi a oggi. In un primo momento, quando sono incominciati i negoziati, sembrava che subito la trattativa si fosse indirizzata nella giusto direzione. I maoisti avevano presentato 13 richieste, ma avevano fatto capire che non era necessario rispettarle tutte per arrivare alla liberazione di Claudio Colangelo e Paolo Bosusco. Alla fine del secondo giorno, nel corso di una conferenza stampa i maoisti avevano dichiarato che andava tutto bene e che all’indomani i negoziati si sarebbero conclusi con qualche annuncio, magari positivo. A quel punto è avvenuto un fatto imprevisto, in quanto è stato sequestrato un deputato tribale dell’assemblea dell’Orissa, e questo ha fatto sì che si bloccassero i negoziati tra il governo e la guerriglia. Sono state 12 ore tremende, in cui si è temuto seriamente per l’incolumità degli ostaggi.
Quali eventi hanno fatto sì che questa difficile situazione si sbloccasse?
Il fatto che Panda, capo dei maoisti dell’Orissa, ha valutato che nonostante la rottura del negoziato non conveniva tenere una posizione oltranzista. Anche perché un altro gruppo di maoisti del confinante Stato dell’Andra Pradesh, responsabili del rapimento del deputato, in passato avevano fatto sapere che non erano d’accordo con la cattura di ostaggi stranieri per la causa dei maoisti in Orissa. Questo insieme di elementi hanno fatto sì che Panda decidesse che era più conveniente ridurre le richieste e, come gesto di buona volontà, liberasse l’ostaggio meno coinvolto, il “turista per caso” Claudio Colangelo, il quale sapeva già da quattro giorni che sarebbe stato rilasciato.
Per arrivare a questo risultato è stato pagato un riscatto?
Quando si parla di gruppi irregolari come quelli dei guerriglieri maoisti c’è sempre l’idea che qualche transazione finanziaria sia realizzabile. I giornalisti indiani sono convinti quindi che un riscatto sia stato pagato. Ufficialmente non c’era stata nessuna richiesta in questo senso, e quindi si presupporrebbe che non ci sia stata neanche la risposta. Non si può comunque escludere, e ciò che Panda otterrà per avere rilasciato Colangelo entrerà nel conto della liberazione di Bosusco. A prescindere dalle 13 richieste, il leader maoista dell’Orissa aveva posto due condizioni “vere”: la liberazione di cinque suoi luogotenenti, tra cui la moglie che è in carcere da un anno e mezzo, e la punizione di un gruppo di agenti di polizia che avevano massacrato dei militanti maoisti fingendo che si trattasse di uno scontro a fuoco.
Quanto sarà difficile a questo punto la liberazione di Bosusco?
La liberazione di Bosusco sarà certamente più difficile di quella di Colangelo. Potrà infatti avvenire soltanto sulla base di concessioni che il governo centrale dell’Orissa dovrà compiere, dal momento che non è plausibile che i maoisti accettino di rimanere a mani vuote.
Il governo dell’Orissa accetterà di fare queste concessioni?
Nella fascia rossa che va dall’Andra Pradesh al West Bengala, quella dei maoisti è una lunga storia. E’ probabile che essendoci di mezzo uno straniero, qualcosa sarà concesso perché la questione non continui ad avere una rilevanza internazionale.
La questione dei marò può influire negativamente sulla liberazione di Bosusco, o sono due partite del tutto diverse?
Le loro sorti sono spesso state accostate, ma il rapido scioglimento del caso Colangelo fa capire che i maoisti non hanno alcun interesse nei confronti della questione dei marò. La loro unica intenzione è stringere il governo in un angolo perché conceda alcune delle richieste inserite nella loro piattaforma. Tra le altre ci sono quelle sull’acqua, sulle multinazionali che sfruttano i minerali e distruggono la foresta e sulla volontà di bloccare l’accesso ai turisti che si recano a compiere safari umani. Il governo dell’Orissa può compiere quindi diverse concessioni senza che ciò rappresenti uno scandalo internazionale.
Le divisioni nello schieramento dei maoisti sono un elemento positivo o negativo per l’ostaggio italiano?
Abbastanza negativo, perché esiste una sorta di rivalità tra i comandanti regionali e i loro gruppi, e temo che questo non faciliterà la liberazione. Bisognerà quindi vedere se il “Politburo” del Partito comunista maoista riuscirà a richiamare all’ordine i leader regionali, convincendoli a non dimenticare che l’obiettivo centrale non è sequestrare le persone come atto fine a se stesso, ma migliorare la condizione della gente che loro, almeno teoricamente, dicono di voler proteggere.
(Pietro Vernizzi)