I due marò del reggimento San Marco, fermati dalle autorità indiane perché sospettati di aver ucciso due pescatori, sono stati portati in carcere. Il giudice indiano che segue il caso ha infatti deciso che i due debbano scontare una condanna definitiva preventiva di tre mesi, a cui farà seguito il processo. Esponenti del governo indiano hanno già fatto sapere che non ci sarà per loro alcuna misura di clemenza e che anzi le prove nei loro confronti sono inoppugnabili. I due soldati, che peraltro si erano consegnati spontaneamente dopo l’incidente, erano stati trattenuti fino a oggi in una casa di ospitalità mentre si procedeva all’esame balistico delle loro armi. Ieri era giunto in India il nostro sottosegretario agli esteri per seguire da vicino la situazione. Aveva espresso totale fiducia nella magistratura indiana, definendola onesta. Adesso però è invece scattata la protesta del governo italiano. E’ infatti vivissima la preoccupazione espressa dal nostro esecutivo dopo la notizia del trasferimento in carcere dei due soldati. La Farnesina, tramite il ministro Terzi, ha diffuso un comunicato in cui definisce inaccettabile la decisione di arrestare i due militari. E’ stato avvertito l’ambasciatore indiano a Roma. E’ stato il segretario generale della Farnesina Giampiero Massolo ha presentare la protesta all’incaricato d’affari indiano Saurabh Kumar a Roma. Massolo ha dichiarato l’estrema sensibilità del governo italiano, delle famiglie e dell’opinione pubblica e parlamentare verso i due soldati. E’ stato chiesto “che ogni sforzo venga fatto per reperire prontamente per i nostri militari strutture e condizioni di permanenza idonee”. Al momento il giudice indiano che ha chiesto l’arresto ha rilasciato il permesso che i due vengano trattati con uno status speciale conforme al loro ruolo, ma lasciando al responsabile del carcere di decidere. Le nostre autorità avevano chiesto la custodia in luogo diverso dal carcere. Le autorità indiane hanno concesso solo l’ok alla richiesta che ai due uomini venga servita una dieta alimentare a base di cibo italiano, saranno rinchiusi lontano dagli altri detenuti e potranno ricevere visite per un’ora al giorno ogni mattina. Intanto la Lega ha chiesto il diretto intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in qualità di capo delle forze armate. Per il capogruppo della Lega in commissione difesa del senato questa è la prima volta che due soldati italiani vengono messi in carcere in un paese straniero. 



O Napolitano, che è il capo supremo delle forze armate interviene con New Delhi, per tutelare i suoi soldati o il premier Monti vada a Bruxelles per il sostegno di tutta l’Unione europea e la Nato. Insomma, uno dei due  faccia qualcosa” chiede la Lega.

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