Si attende da settimane che la situazione, in Occidente, rispetto alla Siria, si sblocchi e che l’Onu decida finalmente quali misure adottare. Il problema è che, qualunque operazione decisiva abbia voluto intraprendere, dalle azioni militari alle sanzioni vincolanti, ad oggi ha trovato il veto di Russia e Cina che, nel Consiglio di sicurezza, detengono il potere di veto. Attualmente, pare che siamo di fronte ad una piccola svolta. Il responsabile della operazioni umanitarie, Valerie Amos, ha fatto sapere, intervenendo ad Ankara, che si è giunti, quantomeno, ad un accordo con regime di Assad per inviare una missione preliminare «di valutazione umanitaria» nelle aree dove il conflitto è maggiore e, di conseguenza, la popolazione civile ha maggiormente di aiuti, come viveri, medicine, acqua e cure mediche. Per quanto ci riguarda, il presidente della Camera Gianfranco Fini, ha fatto presente, di recente che finché non si arriverà ad una risoluzione, sarà tutto inutile, dal momento che, nel corso dell’anno, sono già stati varati 12 pacchetti di interventi tutt’altro che risolutivi. Nel frattempo, la carneficina messa in atto dal regime dall’inizio delle sommosse popolari iniziate il 26 gennaio dello scorso anno, non si arresta. Continuano, giorno dopo giorno, i bombardamenti, le incursioni casa per casa, i colpi di artiglieria e i le invasioni con i carri armati.



Migliaia di vittime sono cadute sotto i colpi delle forze di sicurezze, moltissime della quali hanno perso la vita in carcere in seguito alle torture. Molte di queste sono bambini. Come sono bambini i tre civili uccisi oggi, che fanno parte delle 38 vittime complessive del 51esimo venerdì di protesta, chiamato della “lealtà verso la rivolta curda”. In particolare, i carri armati hanno fatto irruzione nei quartieri della cittadina di Homs, tra i simboli dell’opposizione, dove hanno sparato uccidendo 17 persone. Un residente ha raccontato di una trentina di mezzi che sono entrati in città, sparando con in cannoni direttamente sulle case. Domani, sarà in Siria Kofi Annan, ex segretario generale dell’Onu che ha ricevuto dalle Nazioni Unite un largo mandato per testare il terreno e individuare una soluzione politica.



Soluzione che, tuttavia, vede nettamente contraria l’opposizione che vuole, invece, la destituzione completa del regime. Nel frattempo, sarebbero almeno 12mila i siriani che, solo nei giorni scorsi, hanno valicato il confine con la Turchia, ove il governo, schierandosi ormai apertamente con l’opposizione, sta concedendo loro rifugio. 

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