Paolo Bosusco, rapito da diverse settimane da guerriglieri maoisti in India, potrebbe essere vicino alla liberazione. Forse è servito a smuovere le acque di una situazione che sembrava senza vie d’uscita (i guerriglieri avevano già annunciato di volerlo uccidere) la liberazione della moglie del leader dei maoisti da parte delle autorità. Una delle molte richieste fatte dai guerriglieri, la maggior parte delle quali non è stata accolta, scatenando così il nervosismo dei rapitori. Adesso però si è fatto vivo il leader Sabyasachi Panda annunciando che verrà fatto “un processo democratico” all’italiano rapito. Dopo il quale, eventualmente, sarà liberato. Non è chiaro di cosa sia accusato Bosusco, sorpreso insieme a un turista italiano (liberato dopo pochi giorni) a fare fotografie in una zona considerata “proibita” ai turisti. L’idea del processo potrebbe essere un escamotage per uscire dalla situazione in modo onorevole: lo liberiamo, ma alle nostre condizioni. Inoltre ha aggiunto che l’italiano rapito sarà consegnato a una tribù del luogo, non si capisce il motivo se non quello appunto di una imminente liberazione. Bosusco e l’altro italiano, Claudo Colangelo erano stati rapiti lo scorso 14 marzo nelle vicinanze del paese di Daringibari. Colangelo venne rilasciato il 25 marzo. Il governo indiano ha negli ultimi giorni chiarito con i guerriglieri che non ha intenzione di concedere altro rispetto a quanto sottoscritto nell’accordo dai mediatori maoisti. Quindi ha specificato meglio i termini dell’accordo ad esempio ilc concordato benessere da concedere alle tribù del zona e l’avvio di procedimenti giudiziari contro i membri della polizia sospettati di atrocità e violenze sulle tribù e sugli stessi maoisti. La più importante concessione è forse quella di non procedere in futuro ad alcun ricorso contro la moglie del leder maoista scarcerata ieri accusata di strage e altri delitti. Si è in attesa adesos di capire se la liberazione pur attraverso le complicate idee dei guerriglieri verràmessa in atto nelle prossime ore. Bosusco dovrebe compiere un percorso di diversi chilometri a piedi per giugnere nella zona dove vive la tribù indicata dai maositi.
Si cerca anche di capire se nella zona indicata ci siano già forze del governo indiano o giornalisti pronti ad accogliere il rapito e accompagnarlo nella più vicina città.