“Sembra che la situazione in Siria sia tornata alla calma”. Lo ha annunciato prima della riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, l’inviato speciale della Lega Araba Kofi Annan. Nonostante l’ottimismo dei vari delegati dalle stanze dei bottoni sembra, però, che il Presidente Bashar Al Assad non sia intenzionato a rispettare la tregua e il rispettivo cessate il fuoco imposto proprio dai delegati dell’Onu e della Lega Araba, dalle sei di ieri (le sette ora italiana). I comitati di coordinamento locali riferiscono che intorno a mezzogiorno sono ripresi i bombardamenti da parte delle truppe governative sulla città ribelle di Homs. Come ormai accade da tredici mesi, data dell’inizio della rivoluzione, i soldati dell’esercito governativo continuano a sparare sulla folla riunita in manifestazioni. Fonti attendibili parlano di vittime a Deir El-Zor, nell’estremo est del paese e nelle regioni di Hama e Idlib. Situazione tesa, invece, a Damasco dove non si sono registrate manifestazioni anti-regime. Il governo siriano mercoledì ha informato con una lettera Annan che da ieri sarebbero cessate “le operazioni dell’esercito” su tutto il territorio. Nella lettera Damasco si è riservata comunque “il diritto di rispondere proporzionalmente a qualsiasi attacco eseguito da gruppi armati di terroristi contro civili, forze governative o beni pubblici e privati”. Intanto ieri la tv di Stato di Damasco ha trasmesso un appello a tutti i profughi siriani perché facciano ritorno alle loro case. Ilsussidiario.net ha intervistato Kamel Wazne, commentatore della BBC e analista politico libanese.
Assad e i ribelli accetteranno il piano proposto da Kofi Annan?
Ritengo che il governo siriano accetterà il piano di Kofi Annan, che impone tanto all’opposizione quanto ai militari di accettare i termini del cessate il fuoco. Al momento però non si sa ancora in che modo sarà raggiunto il risultato di questa tregua proposta da Kofi Annan. Da parte del governo siriano c’è l’intenzione di rispettare i termini dell’accordo, il problema è se la controparte farà altrettanto. E’ un fatto però che il governo siriano è determinato a difendere l’integrità e la sicurezza della nazione. Occorre guardare la questione in una prospettiva regionale, perché la vera incognita è se l’Arabia Saudita e il Qatar accetteranno o meno la tregua di Annan. La situazione è ancora tesa e sarà decisa nelle prossime settimane.
Le truppe siriane stanno ancora sparando sui civili?
L’Esercito siriano ha dichiarato molto chiaramente che, se qualcuno spara contro i suoi soldati, loro risponderanno. Sappiamo che c’è una milizia ribelle che è stata armata e che è sostenuta dalla Turchia, dall’Arabia Saudita e dal Qatar. So con certezza che per oltre un anno nell’area sono entrate armi di contrabbando, e non ci si può aspettare che queste tensioni si plachino rapidamente. Ritengo quindi che tutto ciò continuerà ancora per qualche tempo.
Che cosa accadrà nelle prossime ore?
Ci dobbiamo aspettare un proseguimento dei colloqui per un cessate il fuoco a condizione di una partecipazione di entrambe le parti, ma ricordo che la situazione è ancora molto tesa. Tutti sperano che si riesca ad arrivare a una soluzione, ma i dettagli rischiano di mandare tutto a monte, e non si può realmente fare affidamento sull’opposizione perché è composta da gruppi così diversi tra loro che non si riesce a unificarli in nessun modo.
Il cessate il fuoco è realmente rispettato?
E’ troppo presto per dire se il piano di Annan sarà messo in atto e realizzato, e prevedo che la questione resterà ancora aperta per lungo tempo. La ritengo una tregua temporanea che sarà seguita da nuovi scontri. La situazione in Siria è terribile, occorrono consultazioni con le potenze dell’area e una pace che coinvolga la Siria e gli altri Stati arabi, ma purtroppo tutto ciò non è affatto un obiettivo facile da conseguire.
Quante persone stanno fuggendo verso il confine con la Turchia?
Ci sono migliaia di persone che sono fuggite in Turchia, il cui governo ha giocato un ruolo negativo destabilizzando la Siria. Questo è un altro problema: se la Turchia eserciterà un’influenza costruttiva o distruttiva nei confronti della Siria. In questa fase, sembrerebbe che non stia giocando un ruolo costruttivo.
(Federica Ghizzardi e Pietro Vernizzi)