Anders Breivik, il folle che lo scorso luglio massacrò 77 persone nella strage dell’isola di Utoya, odia una canzone. Lo ha detto lui stesso parlando durante una deposizione del processo a suo carico che si sta tenendo proprio in queste settimane. Il folle assassino ha parlato di Children of the rainbow, i bambini dell’arcobaleno, un brano inciso dal famoso folksinger americano Pete Seeger e reso assai popolare in Norvegia grazie al riadattamento di un cantante locale, Lillebjoern Nilsen. Breivik lo odia perché secondo lui, la canzone contiene il “tipico caso del lavaggio del cervello imposto agli scolari norvegesi”, un ottimo esempio, ha aggiunto, di infiltrazione marxista nella cultura locale. La canzone, un brano pacifista come nella tradizione di Pete Seeger celebre cantante che si esibì nei decenni passati in coppia con nomi come Woody Guthrie e Bob Dylan, dice tra le altre cose frasi come “Vivremo insieme, ognuna sorella e ognuno fratello, piccoli figli dell’arcobaleno e di una terra verde”. Da persona che odia il multiculturalismo e ha fatto quello che ha fatto per combattere a suo modo l’arrivo di immigrati in Norvegia, è ovvio che odi una canzone come questa. Ebbene, migliaia di norvegesi, circa 40mila, si sono radunati in piazza a Oslo per far sentire all’assassino il loro disprezzo. Nel modo migliore, più pacifico, ma anche più forte: hanno cantato proprio Children of the rainbow. A lanciare l’idea di una tale manifestazione canora proprio il cantante Nilsen che ha lanciato una campagna intitolata “Riappropriamocene”, della canzone ovviamente. L’evento si è tenuto in una piazza non lontana dal palazzo di giustizia dove si tiene il processo. Altre iniziative analoghe si terranno nei prossimi gironi nelel maggiori città norvegesi. Nel corso del processo, Breivik ha riconosciuto di aver commesso la strage ma non si è dichiarato colpevole. Ha detto che era obbligato a farlo e nelle sue intenzioni voleva uccidere anche i membri del governo norvegese. Oltre ad aver massacrato i giovani riuniti in un congresso politico sull’isola di Utoya, altre persone rimasero uccise nell’esplosione di una bomba a Oslo.