L’offensiva di primavera si era preannunciata particolarmente feroce e così si sta effettivamente rilevando. In Afghanistan, un commando di terroristi armati è riuscito a fare irruzione nel palazzo del governatore della provincia del Kandahar, nel sud dell’Paese. Sembra che, stando alle prime ricostruzioni, due kamikaze siano addirittura riusciti entrare nell’ufficio del governatore stesso, dove lui era presente. Gli attentatori, tuttavia, non sono riusciti nel loro intento e sono rimasti uccisi in uno scontro a fuoco. Anche due guardie del corpo del politico locale, che è rimasto illeso, hanno perso la vita nel corso del conflitto. E‘ stato Parwiz Najib, direttore dell’ufficio stampa del governatore, ha raccontare dell’attentato, confermarne la fine e a parlare delle morte delle due guardie, oltre che del ferimento di una terza. Il portavoce ha fatto, inoltre, sapere che gli attentatori suicidi indossavano al momento del blitz abiti ricolmi di esplosivi ed erano equipaggiati con fucili automatici e bombe a mano. Nel corso della sparatoria, un elicottero della Forza internazionale di Assistenza alla sicurezza (Isaf) ha sorvolato la zona. Mentre intorno la popolazione ha raccontato di aver udito il fragore di armi automatiche e di granate, le forze di sicurezza sono riuscite a riportare la situazione ad un livello di normalità. Il 15 aprile una serie di attentati simultanei aveva messo a ferro e fuoco Kabul. Nella zona blindata della città, e in altre tre province dell’Est del Paese, in Paktia, Logar e Nangahar, i talebani si erano lanciati in pesanti attacchi contro le forze di sicurezza e la popolazione locale. Una decina di esplosioni erano state avvertite nel quartiere Wazir Akbar Khan, la zona superprotetta della ambasciate. Qui, in particolare, erano stati colpiti i palazzi delle rappresentanze diplomatiche diUsa, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Russia e Iran. I terroristi erano riusciti anche ad attaccare la sede del Parlamento, svariati edifici pubblici vicini al palazzo presidenziale, e alcune basi dell’Isaf. Anche il Kabul Star, uno degli hotel più importanti della città, da poco ricostruito, era stato attaccato. Un altro attacco era stato scatenato contro una base del Gruppo di Ricostruzione provinciale nei pressi dell’aeroporto di Jalalabad.



Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani, aveva rivendicato gli assalti, spiegando che si trattava solamente dell’inizio dell’offensiva di primavera. Aveva, inoltre, precisato, che si trattava di rappresegli per l’episodio dei corani bruciati presso la base Nato. 

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