La Grecia è chiamata ancora una volta alle urne. Il nuovo governo ad interim che dovrà traghettare il Paese fino alle prossime elezioni del 17 giugno ha prestato giuramento ieri ad Atene, in un clima caratterizzato ancora da troppe incognite e una manciata di certezze. Il popolo greco ha paura, lo spettro di una eventuale uscita dall’Eurozona si fa sempre più minaccioso e le banche cominciano ad essere prese d’assalto: in pochi giorni i greci hanno ritirato dai loro conti correnti almeno 800 milioni di euro anche se i banchieri, per ora, minimizzano. Il risultato di questa tornata elettorale si dimostrerà più che mai fondamentale per definire le sorti di un Paese in balia della tempesta. IlSussidiario.net ha chiesto un commento a Massimo Romagnoli, Consigliere Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) che dal 1989 vive a Glyfada, a due passi da Atene.



Romagnoli, come commenta intanto i risultati delle precedenti elezioni?

In quel caso i greci hanno scelto di non votare i partiti tradizionali, come la Nea Dimokratia e il Pasok, non per una particolare disaffezione alla politica, ma per un’azione di protesta. Sono tanti i cittadini greci che hanno voluto dare la propria preferenza all’estrema destra o all’estrema sinistra per far capire una volta per tutte che è necessario affrontare con maggiore serietà le varie problematiche del Paese.



Chi ha secondo lei le maggiori responsabilità per quanto accaduto in Grecia?

Da italiano che vive in Grecia ormai da tanti anni, posso dire che a sbagliare sono stati sia la politica che lo stesso popolo greco: la prima non ha mai applicato i dovuti controlli, quindi per anni in Grecia hanno sempre pagato le tasse solamente coloro che ne avevano voglia. Tutti si arricchivano, prima con la dracma e poi con l’euro, senza che nessuno versasse niente in contributi. Fino a qualche anno fa era inevitabile notare che la vita che il popolo greco conduceva era nettamente superiore al limite di ogni reale possibilità. Indebitarsi era diventata una sorta di moda, fino a che tutti lavoravano solamente per poter pagare i debiti contratti in precedenza.



La situazione è diventata presto incontrollabile. Come ha reagito la gente nei confronti della politica?

Un detto greco che circola ultimamente recita: “Andreas Papandreou ha dato a tutti, George Papandreou ha preso a tutti”. E’ stato proprio quest’ultimo a condurre una politica senza controllo, in cui il popolo greco si recava alle urne per votare non le idee del candidato, ma tutti i favori che la sua elezione avrebbe generato, in una atmosfera di clientelismo spropositata. La maggior parte dei greci adesso protesta per una crisi frutto sì degli errori della politica, ma anche del popolo, che si è sempre approfittato della leggerezza dei propri amministratori.

Cosa si aspetta dalle prossime elezioni?

Immagino un calo della sinistra radicale di Syriza e dei partiti di estrema destra. Da pochi giorni è cominciata una campagna mediatica di sensibilizzazione con lo scopo di far capire agli elettori che è importante mandare in Parlamento coloro che possono realmente fare qualcosa per il Paese, quindi immagino una maggioranza assoluta di Nea Dimokratia e del Pasok. Una maggioranza non più di un unico partito ma costituita da due grandi schieramenti che finalmente operano insieme. 

Secondo lei queste elezioni potranno aiutare la Grecia a restare nell’Euro?

La Grecia non può uscire dall’Euro e sono gli stessi greci a non desiderarlo, anche se molti di loro purtroppo credono che tornando alla dracma scomparirebbero di colpo tutti i debiti. Mi auguro che in questa nuova campagna elettorale i leader dei maggiori partiti riescano a trasmettere un messaggio in particolare, che consiste nell’ammettere i propri errori, far sapere al popolo che è ora di cambiare e consigliare che tutti facciano un passo indietro per farne due in avanti tra qualche anno.

Come verrebbe vissuta dai greci una eventuale uscita dall’Euro?

E’ chiaro che in questo momento regni una forte instabilità. Tra ieri e oggi tantissimi cittadini greci hanno prelevato dalle banche milioni e milioni di euro per la paura del cambio nel caso in cui si dovesse tornare alla vecchia moneta. Con un ritorno alla dracma regnerebbe la totale confusione anche solo per le spese più semplici e ai greci che sono riusciti a risparmiare qualcosa o a mantenere il proprio posto di lavoro non è ancora dato sapere quanto sarà conveniente il cambio di valuta. Regna dunque una fortissima paura riguardo al ritorno alla dracma, il popolo greco non è pronto a questo e sono infatti convinto che se dovesse accadere scoppierebbe una vera rivoluzione.

Ci sono altri punti di forza oltre al turismo su cui la Grecia potrebbe fare leva per uscire almeno in parte dalla crisi?

Oltre al turismo, la Grecia può contare sulle energie alternative, l’agricoltura e la cultura. In questo Paese ci sono tantissimi terreni non utilizzati che andrebbero messi a disposizione di impianti fotovoltaici, eolici o di biomassa. Bisognerebbe poi fare il possibile per esportare il massimo della produzione agricola che la Grecia vanta, per non parlare della cultura e del turismo ellenico la cui importanza è ormai nota a tutti. Questi sono i soli elementi con i quali la Grecia può uscire dalla crisi.

Cosa potrebbe e dovrebbe fare invece l’Italia per aiutare la Grecia?

Penso soprattutto ad una collaborazione culturale e a itinerari turistici e culturali tra due Paesi detentori di un patrimonio artistico e culturale unico e inestimabile. Questa potrebbe essere l’occasione buona per far nascere un’alleanza non soltanto tra l’Italia e la Grecia ma anche tra tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, come Spagna, Malta e Cipro. Un’unica squadra “mediterranea” che possa definitivamente uscire vincitrice dalla storica rivalità con i Paesi del Nord Europa.

Come sta affrontando il popolo greco questo momento di grande difficoltà?

Come avviene nelle famiglie, in ogni momento di difficoltà ci si stringe ancora di più. La Grecia è riuscita a venir fuori da 400 anni di sottomissione turca proprio grazie all’immenso orgoglio che porta dentro di sé e che il popolo ha sempre dimostrato. Sarà questo stesso orgoglio a far riflettere tutti una volta entrati nelle urne e sarà proprio questo orgoglio l’elemento di svolta in questa crisi. E’ nei momenti di vera difficoltà che bisogna dimostrare il proprio valore, e il popolo greco lo farà.

(Claudio Perlini)

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