A uscire vincitori dalle elezioni egiziane sono i Fratelli musulmani e i sostenitori dell’ex presidente Mubarak. I due candidati che si sfideranno al ballottaggio sono il leader islamista Mohamed Morsi, che ha ottenuto il 26%, e Ahmed Shafiq, ultimo premier durante la dittatura, al 23%. Tutti i nomi legati alla rivoluzione di piazza Tahrir sono scivolati alle loro spalle e quindi sono esclusi dal secondo turno. Per Wael Farouq i cristiani egiziani, terrorizzati dall’idea di una vittoria dei Fratelli musulmani, hanno votato in massa per Shafiq che però non ha il carisma per battere Morsi. La paura consegna quindi l’Egitto all’islamismo radicale che ora potrà inasprire la Sharia e rendere la vita ancora più difficile per i cristiani già marginalizzati. Per Farouq, “l’errore di prospettiva dei copti è che cercano sempre un protettore in grado di garantire i loro diritti. I cristiani dovrebbero invece confidare solo nelle loro forze, perché nessun musulmano offrirà mai loro quella piena cittadinanza cui giustamente aspirano”.



Professor Farouq, quello di ieri è il peggiore dei risultati possibili …

A uscire sconfitti sono i candidati liberali, ma non il liberalismo. Sommando i voti degli esponenti laici si arriva al 75%, contro solo il 40% delle elezioni parlamentari di questo inverno. I sostenitori della rivoluzione avevano raggiunto il 23% al referendum del marzo 2011, il 38% alle elezioni parlamentari e il 51% a quelle presidenziali di ieri.



Intanto però al ballottaggio passano Morsi e Shafiq …

Il fatto stesso che si siano tenute le elezioni è la migliore vittoria per la rivoluzione. Per la prima volta nella storia egiziana siamo davanti alla tv, seguendo in diretta i risultati consci del fatto che anche il villaggio più sperduto può decidere chi sarà il nuovo presidente. Sia che a diventare capo di Stato sarà il leader dei Fratelli musulmani, sia che si tratti dell’ex primo ministro di Mubarak, non saranno un grave rischio per il Paese perché la rivoluzione continuerà a spingere l’Egitto nella giusta direzione.

Se i liberali si fossero uniti avrebbero vinto le elezioni al primo turno …



E’ quello che accade in qualsiasi democrazia al mondo, ci sono diversi candidati e quello che prende più voti vince. I fatti positivi sono la partecipazione delle persone e la percentuale di voti andata ai candidati laici. Le stesse elezioni hanno rappresentato un enorme cambiamento, a prescindere dal nome del vincitore.

 

A votare è stato solo il 50% …

 

Per molti egiziani è stato impossibile votare. Il numero dei seggi e il tempo a disposizione ha impedito a una parte dei 52 milioni di aventi diritto di esprimere la loro preferenza. Solo in 27 milioni sono riusciti a farlo, cioè il 50%, che è comunque una percentuale superiore rispetto a Paesi come Stati Uniti e Italia. Questo non significa che in Occidente ci sia disaffezione nei confronti della democrazia, in Egitto come in Europa.

 

Come si spiega che Shafiq abbia conquistato quasi il 23% dei voti?

 

Non mi stupisce affatto. Sia perché una parte della società ha beneficiato del regime di Mubarak, o è stata influenzata dalla propaganda martellante dei media ufficiali contro la rivoluzione, sia perché Shafiq era sostenuto dai cristiani.

 

Ne è così certo?

 

Purtroppo la Chiesa copta ha spinto i fedeli a votare per Shafiq, che ha ottenuto la percentuale di voti più elevata nelle aree dove c’è una presenza più significativa di cristiani. E’ successo ad Assiout, Shubra e in tutte le città dove si concentra il maggior numero di elettori copti. Fondamentalmente, Shafiq è riuscito a superare il primo turno grazie ai voti degli ex membri del Partito Nazionale Democratico e dei cristiani. E d’altra parte ha ottenuto il 23% dei voti, ma il 77% si è espresso contro di lui, sostenendo i candidati che fino a un anno e mezzo fa erano all’opposizione, inclusi i Fratelli musulmani.

 

Perché molti cristiani hanno scelto Shafiq?

Purtroppo i cristiani in Egitto sono rappresentati politicamente dalla Chiesa ortodossa, e questo è il loro principale problema. E’ difficile che tra i copti si trovino dei liberali, dei conservatori, delle persone di sinistra: il loro voto è sempre su base religiosa. Quasi sempre una volta al seggio elettorale i cristiani obbediscono a una sorta di patto stipulato da un lato dalla Chiesa ortodossa e dall’altra da un’autorità politica che può variare nel tempo. Nelle ultime due settimane tutti hanno parlato di un accordo tra i vescovi e Shafiq, ma del resto è quanto è avvenuto negli ultimi 50 anni e ciò che avverrà ancora. I liberali egiziani si trovano a disagio per queste prese di posizione.

 

Come vede il futuro dei cristiani dopo le elezioni di ieri?

 

Temo che nel loro futuro ci sia un vistoso peggioramento. Di fatto, il risultato del loro voto sarà quello di consegnare il Paese nelle mani dei Fratelli musulmani. Nel ballottaggio tra Shafiq e Morsi vincerà inevitabilmente il secondo. Chi ha votato per i candidati liberali al secondo turno sosterrà Morsi. La Chiesa ortodossa ha agito per la paura dei Fratelli musulmani, ma in questo modo suo malgrado ha regalato la vittoria agli islamisti.

 

Possibile che i vescovi copti ortodossi non sappiano ciò che è meglio per i cristiani?

 

Il loro atteggiamento è sempre quello di chi cerca un protettore in grado di garantire i diritti dei copti. Mentre questa conquista potrà essere realizzata solo grazie a una maturazione e un cambiamento all’interno della stessa comunità cristiana. I copti devono confidare soltanto nelle loro forze, e non in un aiuto esterno che possa venire da un musulmano, chiunque esso sia.

 

(Pietro Vernizzi)