Un altro duro colpo per i nostri marò e per il governo italiano che sta cercando di riportarli a casa. L’Alta Corte di Kochi ha rigettato il ricorso sulla giurisdizione da applicare a Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Il nodo del contendere è se la legge da adottare sia quella indiana o quella italiana, e quindi se la perizia balistica della polizia del Kerala sia valida o meno. Ilsussidiario.net lo ha chiesto a Carlo Curti Gialdino, professore di Diritto internazionale all’Università La Sapienza di Roma. La nave dei marò si trovava in acque internazionali.

Perché l’Alta Corte di Kochi ha ribadito che la giurisdizione da applicare è quella indiana?

Per ora l’unico fatto certo è che il ricorso del governo italiano riguardante la giurisdizione da applicare è stato respinto. Secondo il diritto del mare, se la nave mercantile Enrica Lexie si trovava in acque internazionali la giurisdizione era italiana, perché la bandiera era il tricolore. Se invece si trovava in acque indiane, si applica la legislazione indiana, ma siccome i due marò non erano lì come privati cittadini bensì come organo dello Stato, si applica l’esenzione dalla giurisdizione dello Stato (la stessa che vale per i corpi diplomatici, Ndr).

Quindi in entrambi i casi l’Alta Corte di Kochi ha sbagliato a respingere il ricorso dell’Italia …

Per stabilirlo bisognerà attendere che siano pubblicate le motivazioni della sentenza. Prima di allora, sarà impossibile sapere se si trattava di una decisione processuale, in quanto c’erano delle irregolarità nel ricorso del governo italiano, oppure se è una decisione nel merito, e in questo caso in che modo i giudici indiani hanno stabilito la competenza delle autorità giurisdizionali indiane.

Resta il fatto che ancora una volta la magistratura indiana si dimostra sfavorevole nei confronti dei nostri marò …

Non tutti i ricorsi del governo italiano sono stati respinti, tanto è vero che la nave Enrica Lexie è potuta ripartire. Da venerdì i due marò inoltre sono stati trasferiti da una prigione a un ex riformatorio ristrutturato di Kochi, dove le loro condizioni sono migliori. Non si può quindi certo dire che negli ultimi tempi sia tutto andato storto.

Eppure la proposta di una compensazione economica, proposta da un indiano residente in Italia, è stata respinta in modo apparentemente ingiustificato …

La compensazione economica ha come effetto quello di includere un’azione di risarcimento che le famiglie dei pescatori rimasti uccisi potevano accettare per conto dell’armatore. Ma certamente non hanno nessuna incidenza sul procedimento penale.

 

Il Resto del Carlino ha pubblicato uno scoop secondo cui la perizia balistica della polizia del Kerala sarebbe stato falsificato …

 

Le perizie tecniche nei gradi di giudizio possono anche richiedere delle controperizie. In qualunque processo la difesa ha il diritto di controperiziare e controinterrogare. Se quindi la polizia del Kerala ha falsificato dei documenti, il governo italiano ha tutti gli strumenti a disposizione perché ciò emerga durante il processo. Lo stesso vale anche per il ricorso respinto ieri: è solo il primo grado, non si tratta della decisione della Corte Suprema. Rientra nel normale svolgimento del processo che persone che sono state arrestate siano poi assolte, o che il secondo grado di giudizio rovesci il primo.

 

Che cosa si attende dallo svolgimento del processo?

 

Se i due marò dovessero essere prosciolti in primo grado, saranno liberati e torneranno in Italia. La Procura indiana a quel punto presenterà sicuramente appello, mentre se dovessero essere condannati sarà il governo italiano a fare ricorso. Spero soltanto che la giustizia indiana, nonostante qualche ritardo, non impieghi sei anni per il primo grado. Il tempo cioè che è stato necessario ai magistrati italiani per assolvere le maestre di Rignano Flaminio perché il fatto non sussiste.

 

Finora il diritto internazionale è stato rispettato?

 

Il mancato rispetto si ha nel merito, quando si vanno a violare delle norme internazionali. Quella di ieri potrebbe essere la prima sentenza nella quale la giustizia indiana applica erroneamente il diritto sovranazionale. Finora non paiono esserci state violazioni particolari di norme internazionali. Sia lo Stato indiano sia quello italiano reclamano la loro competenza, ma resta il fatto che non si capisce per quale motivo, se la Enrica Lexie si trovava in acque internazionali, abbia accettato di entrare nel porto indiano.

 

(Pietro Vernizzi)