Elezioni presidenziali in Egitto allo sprint finale. Tredici i candidati, anche se la vera sfida è tra tre di loro che rappresentano i tre differenti volti del Paese. Mohamed Morsi, presidente del Partito Libertà e Giustizia, è il simbolo dell’Islam politico che ha trionfato alle elezioni parlamentari. Aboul Fotouh, fuoriuscito dai Fratelli musulmani, incarna la via di mezzo, né autenticamente liberale né rigorosamente tradizionalista. Amr Moussa, ex ministro degli Esteri ed ex segretario generale della Lega araba, è il volto laico e moderato del Paese. In una repubblica presidenziale come l’Egitto, chi conquista il gradino più alto vince tutto. Ilsussidiario.net ha intervistato Mustafa El Naggar, parlamentare e fondatore di Al-Adl, il partito dei ragazzi di piazza Tahrir che un anno fa hanno fatto la rivoluzione. Come sottolinea El Naggar, “so che i cristiani egiziani hanno espresso preoccupazione per lo strapotere dei partiti islamisti, ma desidero rassicurarli in tutti i modi: presto nel nostro Paese ogni cosa tornerà alla normalità e musulmani e copti vivranno insieme in modo pacifico. Il mio partito è impegnato attivamente per sostenere l’uguaglianza tra tutte le religioni sia in Parlamento sia nella società”.
Il partito politico Al-Adl rappresenta i giovani di piazza Tahrir. Come sosterrete i loro ideali, in un Paese controllato dal governo militare e dai Fratelli musulmani?
Attualmente stiamo difendendo gli ideali di piazza Tahrir sia in Parlamento sia in qualsiasi altro ambito. Tutti i partiti politici laici stanno lavorando insieme contro i Fratelli musulmani. Per quanto riguarda i militari, il loro periodo di governo transitorio presto si concluderà. Lo stesso Esercito del resto non consentirà in futuro che i Fratelli musulmani diventino troppo forti, e fin da ora sta sostenendo con tutti i mezzi l’elezione di un presidente laico.
Quale dei 13 candidati alla presidenza è supportato dal suo partito?
I due candidati più credibili sono Abdel Moneim Aboul Fotouh e Amr Moussa. Personalmente preferisco Amr Moussa, mentre Aboul Fotouh mi insospettisce perché temo che una volta eletto possa tornare a fare parte dei Fratelli musulmani.
Il movimento islamista però ha candidato Mohamed Morsi, presidente del Partito Libertà e Giustizia, che alle elezioni politiche ha preso il 40% dei voti. Ci sarà da stupirsi se Morsi non dovesse essere eletto …
Non si sarà nessuna sorpresa. Come ho detto prima l’unica vera sfida è quella tra Aboul Fotouh e Amr Moussa. L’unico possibile imprevisto che temo è una vittoria di Ahmed Shafik (l’ultimo premier dell’era Mubarak, ndr). Se ciò dovesse avvenire, significherà una sola cosa: che ci sono stati dei brogli da parte dei militari. Francamente però non credo che il popolo egiziano accetterà un simile affronto.
Che cosa ne pensa delle preoccupazioni espresse dai cristiani copti, che temono di diventare una minoranza perseguitata visto lo strapotere dei partiti islamisti?
Desidero rassicurarli in tutti i modi: ogni cosa tornerà alla normalità e musulmani e cristiani vivranno insieme in modo pacifico. Presto ne avremo conferma, per capirlo basta avere studiato la storia egiziana.
Non basta però inviare messaggi rassicuranti. Il partito Al-Adl che cosa sta facendo in concreto perché i cristiani abbiano in tutto e per tutto gli stessi diritti dei musulmani?
Il partito Al-Adl sostiene attivamente l’uguaglianza tra cristiani e musulmani sia nell’Assemblea del Popolo (la camera bassa, ndr) sia nella società. Nel Parlamento siedono del resto dei deputati cristiani, che hanno esattamente gli stessi diritti dei musulmani. So bene che la maggioranza è islamica, ma questo non costituisce un problema.
La scorsa settimana al Cairo ci sono stati degli scontri che hanno provocato oltre 20 morti. Dietro gli assalitori c’era l’Esercito o divergenze all’interno dei gruppi islamisti?
Nessun militare era coinvolto in quanto è avvenuto. Tutto è stato causato da divisioni causate da contrapposizioni tra alcuni gruppi islamisti e i sostenitori di Abu Ismail (il candidato alla presidenza dei salafiti escluso dalla commissione elettorale, ndr).
Il futuro dell’Egitto sarà segnato da un accordo tra Esercito e Fratelli musulmani per spartirsi il potere o da un conflitto crescente tra di loro?
Basterà poco per rendersi conto che i Fratelli musulmani hanno perso buona parte della loro popolarità in Egitto, in quanto la gente ormai si è resa conto che non sono onesti. L’Esercito inoltre non consentirà al principale movimento islamista di rafforzarsi ulteriormente, ma sosterrà l’idea di una presenza laica nel Paese. Nel prossimo futuro ci attende quindi una difficile fase di transizione, ma la maggioranza dei cittadini, sia cristiani sia musulmani, cercheranno di eleggere un presidente laico in grado di rappresentare tutti gli egiziani e governare in modo equilibrato.
(Pietro Vernizzi)