E’ notizia di queste ultime ore, secondo una denuncia fatta da Amnesty International, che lo scorso 3 aprile Italia e Libia avrebbero firmato un accordo segreto per lo stop dei flussi migratori dal Paese nordafricano e quindi per il respingimento di quanti tentano di giungere nel nostro Paese per chiedere asilo. Un accordo che ricalcherebbe quello precedentemente firmato tra il governo Berlusconi e il regime di Gheddafi e che tante polemiche suscitò per la presunta violazione dei diritti umani. Polemiche che Amnesty rilancia identiche, parlando di una intesa che viola “gli obblighi dell’Italia derivanti dalla Convenzione europea dei Diritti umani perché non contiene misure di salvaguardia dei dritti umani”. L’Italia insomma violerebbe tali dritti “al fine di soddisfare egoismi politici nazionali”. Amnesty denuncia poi che gli immigrati, per lo più cittadini fuggiti da Eritrea e Somalia, una volta riportati in Libia rischiano di essere sottoposti ad abusi. Secondo Arturo Varvelli, contattato da Ilsussidiario.net non sarebbe stato in realtà firmato alcun accordo tantomeno segreto: “Mi sembra assurdo” ha detto “che si possa essere firmato un accordo segreto”. Piuttosto, aggiunge “secondo me non c’è nulla di nuovo. Quello che può essere accaduto e quasi sicuramente è accaduto, è che Italia e Libia abbino avuto uno scambio per ribadire e riattivare completamente quanto previsto nel passato, il trattato del dicembre del 2007 poi ribadito con gli accordi del Trattato di amicizia del 2008. Infatti ci sono degli accordi chiari sull’immigrazione tra Liba e Italia”. Una riattivazione di accordi già esistenti dunque che necessitava dopo il lungo periodo di caos attraversato dal Paese nordafricano durante la guerra civile che ha portato alla fine del regime di Gheddafi: “Diciamo” spiega Varvelli “che i problemi rimangono gli stessi anche quelli che c’erano con il governo Berlusconi e dunque è normale che si riparli di violazione dei diritti umani da parte di Amnesty”. La differenza, dice, “è che il governo Monti sta agendo sotto traccia evitando dichiarazioni leghiste a favore del bloccare l’immigrazione con un approccio molto più tra virgolette intelligente ma con i problemi e l’assunzione di questi che direi che sono gli stessi. E’ improprio definire questo accordo un accordo segreto, è semplicemente un accordo di riattivazione di accordi precedenti”. Dunque Amnesty avrebbe lanciato una accusa giustificata, quella di violazione dei diritti umani? “E’ una questione molto complessa più di quello che sembra”. Anche perché, se fosse vero che l’Italia respinge i richiedenti asilo, poi le violenze accadono in Libia, non in Italia: “La questione vera, il nocciolo è giuridico, è sui diritti dei richiedenti asilo. Bisogna vedere se con i respingimenti in mare si può in qualche misura violare il diritto di asilo del richiedente. Per adesso nella prassi mi parrebbe di no, che non sia stato così, anche se ci sono state sicuramente delle violazioni. Se adesso è cambiato qualcosa con la riattivazione degli accordi è difficile dirlo. Il punto fondamentale sono i diritti dei richiedenti asilo, comunque”.
Anche perché, data la situazione in Libia, immaginiamo che abbiano altro da pensare che agli immigrati: “Sicuramente è cambiato l’approccio anche se continueranno a chiedere aiuti da parte della Unione europea per il controllo delle frontiere. Ma non è più come ai tempi di Gheddafi che ne faceva un’arma politica. Per adesso almeno non si è verificato ciò”.