Grecia al voto domani in quello che è stato descritto dai media mondiali come un referendum sulla permanenza nella zona euro. A fronteggiarsi sono il partito di estrema sinistra, Syriza, e i conservatori di Nuova Democrazia. I primi sono considerati più euroscettici, i secondi hanno firmato il “Memorandum of Understanding” con cui nei mesi scorsi la Grecia si è impegnata ad adottare le misure di austerity. Ilsussidiario.net ha intervistato Nicolas Zinganos, giornalista greco, per chiedergli un commento sul voto di domani.



L’alternativa Nuova Democrazia-Syriza equivale a quella tra restare nell’euro o uscirne?

Ritengo che questa idea sia completamente sbagliata. Il voto di sabato riguarda il futuro del Paese e il modo in cui vogliamo che sia il nostro futuro, e non la permanenza o meno nell’euro. Ho 33 anni ed è la prima volta nella mia vita che assisto a una tale ingerenza nella vita politica greca da forze esterne, come Fmi, Commissione europea, Financial Times. Tutti dicono le stesse cose, che staremmo votando a favore o contro l’euro. Non è così, noi siamo nell’euro e nell’Europa e non intendiamo metterli in discussione. Questo è solo un ricatto per costringere i greci a votare per Nuova Democrazia.



Syriza però vuole mettere in discussione il cosiddetto “Memorandum II” …

Un giornalista italiano, come pure uno spagnolo, dovrebbero capire meglio la nostra situazione. Il problema in Grecia non è se noi vogliamo o meno rimanere in Europa, ma sono i mercati che ci stanno spingendo fuori. Non è il nostro voto, ma la determinazione dei mercati. Se continui a prendere a prestito denaro con un tasso d’interesse del 7%, l’Italia si troverà nella nostra stessa posizione in sei mesi o forse meno.

E’ vero che Nuova Democrazia ha costruito la sua campagna elettorale soprattutto sulla paura del fatto che la Grecia sia esclusa dall’Eurozona?



E’ in buona parte vero, la loro campagna elettorale è stata basata soprattutto sui timori della gente di perdere i loro soldi, uscire dall’Europa, diventare poveri e senza speranza. Ma non è stata Syriza ad avere creato la drammatica situazione in cui ci troviamo ora. Nuova Democrazia e Pasok hanno governato la Grecia per gli ultimi 40 anni, sono loro quindi a essere responsabili per quanto è avvenuto, per il modo inadeguato in cui hanno gestito lo Stato. Ora cercano di instillare nella gente la paura che se Syriza salirà al potere sarà un disastro. No, ci troviamo già dentro a un disastro e Nuova Democrazia e Pasok ne sono i responsabili. I greci con il voto di domani non hanno più nulla da perdere.

Che cosa intende dire?

Le posso raccontare la mia storia. Il giornale per il quale lavoravo, da ottobre ha smesso di pagarmi. Da quasi un anno non ricevo nessuno stipendio, ma neppure alcun sussidio dallo Stato perché ufficialmente non sono considerato un disoccupato. Significa che da otto mesi vivo senza più nulla, anche perché mia madre è in pensione e vive con 300 euro al mese, dopo avere lavorato e pagato le tasse per 40 anni. Ritiene che mi importi qualcosa del fatto che avremo l’euro o la dracma, Nuova Democrazia o Pasok, quando mi trovo in questa situazione?

 

Eppure con il voto di domani è in gioco il futuro del Paese e della stessa Europa

 

Lei crede che gli oltre un milione di greci disoccupati, cui si aggiunge un milione di persone che negli ultimi sei mesi non hanno ricevuto nessuno stipendio, i giovani che non risultano ufficialmente disoccupati nelle statistiche, siano preoccupati per il loro futuro quando non hanno nessun presente? Chi mi darà un lavoro domani, Nuova Democrazia forse? Nel loro programma elettorale si parla soltanto di maggiore austerity e nuovi tagli. Dalle ultime statistiche sulla disoccupazione greca pubblicate ieri, risulta che ha raggiunto il 22,5%. Queste persone, che sono un quarto del Paese, non hanno un futuro né dentro né fuori dall’euro. Eppure tutto ciò che vediamo all’orizzonte sono soltanto le misure draconiane che ci sono imposte dalla Germania e dalla finanza globale.

 

(Pietro Vernizzi) 

Leggi anche

SPY FINANZA/ Quei legami della Grecia con Russia e Cina di cui nessuno parla20 ANNI DI EURO/ Il fallimento europeo che può darci ancora anni di crisiSPY FINANZA/ I conti che costringono Uk e Grecia alla "imprudenza" sul Covid