Si è concluso con l’arringa da parte della difesa e una dichiarazione dell’imputato il processo che vede coinvolto Anders Behring Breivik, accusato della strage di Oslo in cui lo scorso 22 luglio persero la vita 77 persone. Il legale di Breivik, Geir Lippestad, ha snocciolato le sue tesi in un’arringa di due ore e mezza, chiedendo ai giudici una mite sentenza per il suo assistito, di cui ha peraltro ribadito la sanità mentale. Secondo l’avvocato, dichiarare Breivik insano di mente rappresenta una violazione dei suoi diritti e in questo modo gli verrebbe “negato il diritto umano di assumersi la responsabilità delle proprie azioni”. L’accusa ha invece sempre chiesto l’internamento psichiatrico a vita per l’imputato, da considerare incapace di intendere e di volere e quindi non penalmente responsabile. La difesa punta invece a riconoscere la capacità mentale di Breivik che potrebbe così essere condannato alla pena massima prevista dal codice penale norvegese, vale a dire 21 anni. Dopo la lunga arringa del legale dell’imputato sono stati ascoltati cinque testimoni della tragedia, come studenti sopravvissuti e familiari di persone rimaste uccise, e successivamente lo stesso Breivik ha chiesto e ottenuto la possibilità di prendere la parola. Una volta che l’estremista 33enne ha cominciato la sua dichiarazione una buona parte dei presenti si è alzata e si è allontanata dall’aula del tribunale di oslo, mentre Breivik ha cominciato a spiegare le ragioni del suo gesto. L’uomo ha infatti affermato di meritare l’assoluzione perché le sue azioni sono da considerare solamente una legittime difesa con cui ha cercato di garantire la sicurezza ai “norvegesi di razza” minacciati dall’islam e dal multiculturalismo. Ricordiamo che il 22 luglio 2011 Anders Behring Breivik ha portato a termine due attacchi terroristici coordinati: il primo è avvenuto alle 15.26 ed è stato realizzato attraverso l’esplosione di una bomba presso il quartier ge
Nerale del governo a Oslo. La deflagrazione ha ucciso otto persone e causato numerosi feriti. Breivik decide poi di spostarsi e arriva circa due ore più tardi a un raduno di giovani organizzato dal partito laburista norvegese sull’isola di Utoya. L’uomo, vestito da agente di polizia, apre il fuoco tra i ragazzi, uccidendone 69, per poi venire arrestato. La sentenza definitiva nei confronti dell’autore reo confesso del più grave evento terroristico mai avvenuto in Norvegia verrà emessa il prossimo 24 agosto.