Grecia: si è dimesso il ministro delle finanze Vassillis Rapanos. Il motivo ufficiale è per problemi di salute ma, visto il ruolo cruciale che ricopriva nel nuovo governo di coalizione emerso dalle ultime elezioni, i dubbi che dietro ci siano altre ragioni non sono pochi. Sulla stampa internazionale e italiana già si sprecano le dietrologie, la più gettonata delle quali è quella che vede la causa delle dimissioni nello scandalo dei 70mila dipendenti pubblici assunti “di nascosto” in violazione degli accordi presi con l’Unione europea nel piano di risanamento del Paese ellenico. IlSussidiario.net ha chiesto un parere su queste dimissioni al giornalista greco Dimitri Deliolanes, corrispondente in Italia della radio TV pubblica greca ERT.



Motivi di salute o altre ragioni dietro le dimissioni del ministro delle finanze greco?

Sicuramente i motivi di salute ci sono e sono gravi. Non escluderei però che Rapanos, proveniente da un’altra area politica e vista la composizione complessiva del governo, avesse qualche difficoltà ad adattarsi.

In che senso?



Nel senso che si sarebbe trovato unico tecnocrate di un’area diversa in un governo fortemente caratterizzato da Nuova Democrazia. Quindi, questa è una ipotesi che è stata avanzata da molti osservatori e che non mi sento di escludere.

Lo scandalo dei 70mila dipendenti pubblici neo assunti invece non ha giocato un ruolo in queste dimissioni?

Non penso che c’entri con le sue dimissioni. Quello scandalo è una responsabilità complessiva del modo con cui ha affrontato l’austerità il precedente governo socialista, per cui francamente non collegherei le due questioni.

E adesso chi potrà ricoprire la carica di ministro delle finanze? Ci sono già delle ipotesi?



Questa è una bella domanda. E’ in corso una discussione interna in Grecia molto serrata già in queste ore. Molto probabile che si cerchi un tecnico di prestigio, però è difficile trovare una persona così in tempi brevi. La nomina, infatti, dovrà avvenire con il consenso di tutti e tre i partiti che formano l’attuale coalizione di governo, per cui è difficile che sia un esponente di partito in un posto così cruciale.

Rapanos era la persona giusta in quella carica?

Era una ottima scelta, era stato scelto proprio per le sue capacità tecniche. 

Il nuovo governo ha chiesto all’Unione europea una proroga di due anni sugli obblighi presi in cambio degli aiuti economici: che ne pensa?

Sicuramente questo scandalo dei 70mila dipendenti pubblici assunti non aiuta alcun tipo di rivendicazione.

Perché?

Perché dimostra in modo lampante la tattica seguita dal precedente governo socialista: dire di sì all’Ue e poi invece agire di testa propria ingannando gli interlocutori europei. D’altra parte le misure previste dal memorandum sugli aiuti economici sono sostanzialmente inapplicabili. Se effettivamente si vuole fare un serio e dignitoso risanamento dei conti pubblici greci bisogna porsi degli obiettivi realisticamente più raggiungibili e meno destabilizzanti sul piano politico e sociale.

Ci spieghi meglio: questa richiesta di proroga di due anni le sembra vada in questa direzione?

Questa richiesta è il minimo, perché ci sono altre misure assolutamente inapplicabili. Se vuole le faccio un elenco.

Ce ne dica una.

E’ previsto che ci sia la riforma della Costituzione in caso di un surplus primario dello Stato greco. I proventi, cioè, andrebbero direttamente ai creditori. Non solo l’etica parlamentare, ma gli equilibri politici e, soprattutto, la situazione esplosiva a livello sociale rendono assolutamente utopistico questo tipo di misura. Ci vuole un minimo di realismo da parte dei nostri creditori.

La Grecia adesso si sente sicura di rimanere nell’euro?

La questione dell’uscita della Grecia dall’euro è stata posta con eccessiva leggerezza. Abbiamo studi di persone molto più competenti di me in materia che dicono che l’uscita della Grecia dall’euro avrebbe conseguenze esplosive per la stessa Unione europea. So che gira una voce secondo la quale i tedeschi sono arrabbiati e vogliono usare la Grecia come la Lehman Brothers dell’euro e quindi darle una punizione esemplare. A me sembra una cosa destabilizzante, bisogna rimanere nell’euro e vedere come, lasciando da parte i dogmatismi, la rigidità da tutte e due le parti e capire in modo concreto come aiutare questo Paese a risolvere la situazione.

Come dice lei, però, da parte greca non sembrano siano ancora arrivati segnali incoraggianti.

Si tratta di un problema politico. Il caso dei  70mila assunti di soppiatto lo dimostra: il sistema politico greco continua a funzionare con il vecchio sistema clientelare e non sa funzionare in nessuna altra maniera. Questi partiti che hanno governato e che governano tutt’ora, Nuova Democrazia e Pasok, non riescono a ottenere consenso in nessun altra maniera che non sia il clientelismo. Questo è il problema.

Non proprio un quadro  che ispiri fiducia.

E’ inutile che l’Unione europea dica che Samaras è garanzia di stabilità: abbiamo garanzie che Samaras non farà di nuovo un’altra operazione clientelista? Non era allora meglio cambiare completamente sistema politico e far governare questa forza di sinistra, Syriza, che almeno non è mai stata implicata in nessun precedente governo? Non lo so: mi pongo la domanda. Il problema era politico e continua a essere politico.

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