Armi chimiche spostate lungo le zone di confine della Siria. E’ quanto denuncia l’Esercito siriano libero, i ribelli che da mesi combattono il regime di Assad. Le armi chimiche verrebbero posizionate dentro basi aeree in vari punti delle zone di confine al fine di aumentare la pressione sulla comunità internazionale che sta chiedendo a viva voce la fine del conflitto interno e le dimissioni di Assad. Un modo per mostrare i muscoli insomma e di minacciare chiunque pensi a un intervento militare in Siria a favore dei ribelli. Secondo l’esercito dei ribelli, in una nota rilasciata all’emittente Al-Jazeera, lo spostamento di armi chimiche sarebbe cominciato già da alcuni mesi “con l’obiettivo di fare pressioni sui paesi della regione e sulla comunità internazionale”. Sempre secondo i ribelli non si tratta di una minaccia nei confronti di Israele, Paese contro il quale, dicono il regime siriano non ha fatto alcun intervento militare in trenta anni. “Il nostro comando del Libero esercito siriano conosce molto bene l’ubicazione e il posizionamento di questo tipo di armi ” dicono i ribelli. “Possiamo inoltre rivelare che Assad ha trasferito una parte di questo tipo di armi e di equipaggiamento per la preparazione delle componenti chimiche negli aeroporti lungo il confine”. Proprio ieri il ministero degli esteri siriano aveva smentito che da parte del regime ci sia alcuna intenzione di fare uso di armi chimiche di distruzione di massa per risolvere la crisi. Facendo eccezione, ha detto, nel caso che la Siria venisse “aggredita dall’esterno”.  Intanto continuano gli scontri tra ribelli ed esercito nelle strade della capitale Damasco e ani quelle di Aleppo. Questa notte, nel corso di una rivolta dei detenuti in un carcere di Aleppo, sarebbero morte otto persone. Secondo i ribelli, le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro detenuti che manifestavano in modo pacifico per le dure condizioni carcerarie a cui sono sottoposti. E’ poi intervenuto il ministro degli esteri francesi che ha promesso che per Assad una volta che si sarà arreso non ci sarà impunità. 



E’ quanto chiede anche la Lega araba: “tutti i dittatori devono pagare” ha detto. Assad verrà destituito, è solo questione di tempi, ha continuato il politico francese, ma prima possibile sarà meglio. 

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