Il caso delle Pussy Riot, un collettivo di giovani musiciste russe, sta facendo il giro del mondo ormai da parecchio tempo. Tre di loro infatti si trovano in carcere orami da cinque mesi con l’accusa di vandalismo aggravato dall’istigazione all’odio religioso. L’episodio per cui sono finite in galera risale infatti allo scorso 21 febbraio, quando furono immediatamente arrestate. Oggi finalmente è cominciato il primo processo con la prima udienza. Ma cosa era successo realmente? Il collettivo Pussy Riot appartiene a quell’area anarcoide che in Italia potrebbe essere paragonata ai nostri centri sociali. In particolare le Pussy Riot erano particolarmente impegnate a contestare Putin. Come si ricorderà numerose furono le proteste di massa in quel periodo con migliaia di partecipanti per le strade di Mosca. Ma le Pussy Riot, che militano anche in un gruppo musical punk, fecero qualcosa di più, nel loro stile: entrarono nella cattedrale di Cristo Salvatore quel 21 febbraio e inginocchiatesi dissero una preghiera “anti Putin”. Niente di particolarmente blasfemo, niente insulti o bestemmie, solo la richiesta a Dio che togliesse dal potere Putin (“Oh Madonna, liberaci da Putin”). Immediata fu la protesta della Chiesa ortodossa che le accusò di blasfemia e altrettanto immediato l’arresto con l’accusa di teppismo. I vertici della Chiesa ortodossa e quelli del governo di Putin si sono ritrovati d’accordo ad accusare le ragazze di vandalismo e blasfemia, mentre in Russia una vasta parte dell’opinione pubblica le difende e così anche nel mondo occidentale. Tra gli altri anche star come i musicisti Sting e i Red Hot Chili Peppers hanno chiesto la scarcerazione delle tre ragazze, due delle quali hanno dei figli piccoli a cui badare. Oggi dicevamo la prima udienza del processo che in caso di condanna potrebbe farle condannare anche a sette anni di reclusione. Le ragazze hanno esordito chiedendo scusa per il loro gesto, ma rifiutano l’accusa di teppismo. “È stato un errore dal punto di vista etico quello di portare il genere ‘preghiera punk’ in un tempio religioso, ma non pensavamo fosse offensivo” hanno detto.
In ogni caso, le ragazze dovranno restare in carcere per altri sei mesi in quanto il tribunale di Mosca lo scorso 20 luglio ha prorogato il termine di carcerazione preventiva che adesso scadrà il 12 gennaio 2013.