Quasi otto anni dopo la morte del leader palestinese Yasser Arafat, avvenuta l’11 novembre 2004 a seguito di una misteriosa malattia che in poco tempo gli tolse la vita, l’Istituto svizzero di Radiofisica annuncia di aver rinvenuto tracce di polonio sui suoi effetti personali: vestiti, spazzolino da denti e kefiah di Arafat presentano infatti tracce del polonio-210, lo stesso metalloide radioattivo raro con cui fu avvelenato nel 2006 a Londra la spia russa Alexander Litvinenko. La notizia di oggi è stata ripresa immediatamente da Al Jazeera durante un documentario e la questione della morte di Arafat si è presto trasformata in un giallo internazionale: nel 2004, anno della morte del leader palestinese, molti funzionari francesi scelsero di non rendere pubblici i dettagli riguardanti la sua malattia, alimentando in questo modo i sospetti del popolo palestinese riguardo un possibile avvelenamento. Oggi la conferma, secondo quanto riferito dall’Istituto svizzero, anche se per il momento per precauzione si cercano di evitare conclusioni troppo affrettate. Il direttore del centro di Losanna, Francois Bochud, ha fatto sì sapere di aver rinvenuto sugli effetti personali di Arafat “un livello significativo di polonio-210”, ma per confermare ogni eventuale ipotesi “e arrivare a ricostruire le cause della morte, è necessario riesumare il corpo e testarlo” per l’elemento chimico. Il problema, spiega ancora Bochud, è che “dobbiamo farlo abbastanza velocemente perché il polonio è in decomposizione, quindi se aspettiamo troppo a lungo, di sicuro, qualsiasi prova possibile sparirà”. Proprio per questo Suha, la vedova del leader palestinese, ha chiesto che il corpo del marito venga riesumato per accertare le cause della morte ed eliminare ogni dubbio a riguardo. Il corpo di Arafat è sepolto nella città Cisgiordana di Ramallah. Il 23 novembre 2006 l’agente dei servizi segreti russi e poi dissidente Alexander Litvinenko morì proprio a causa di un avvelenamento da radiazione da polonio-210, un isotopo radioattivo del polonio, in circostanze che tutt’oggi sono ancora da chiarire. 



Alcune tracce dell’elemento chimico sono però state individuate in diversi locali nei quali Litvinenko si trovava prima del ricovero e la successiva morte, in particolare nel sushi bar Itsu di Piccadilly e il Pine Bar del Millenium Hotel a Grosvenor Square, entrambi a Londra, in cui potrebbe essere quindi stato avvelenato.

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