Cento nazioni di tutto il mondo si sono ritrovate oggi a Parigi nell’ambito della conferenza Amici del popolo siriano. Una conferenza voluta per cercare uno sbocco alla crisi che sta insanguinando il Paese medio orientale e che ha provocato in oltre un anno di scontri più di 15mila morti, la maggior parte dei quali civili uccisi dalla repressione governativa. Lo sbocco sembra essere uno solo, a giudicare dalla mozione finale con cui si è conclusa la conferenza: Assad deve lasciare la Siria. A fare gli onori di casa è stato il presidente francese Hollande che nel suo discorso aveva annunciato quanto poi è stata la conclusione del convegno. Nell’interesse della Siria stessa, ha detto Hollande, Assad deve andarsene. Hollande ha anche illustrato un piano in cinque punti necessario per risolvere la crisi. Tra questi punti, l’aumento delle sanzioni contro la Siria e un piano urgente di aiuti alla popolazione civile. La Siria, ha detto ancora il presidente francese, è una minaccia per la sicurezza e la pace internazionale, con riferimento all’abbattimento del jet turco qualche giorno fa. Da parte sua l’ex presidente degli Stati Uniti Hillary Clinton ha lasciato andare un monito decisamente duro, con riferimento alle due potenze che hanno fino ad oggi sostenuto Assad e che hanno sempre bloccato ogni risoluzione dell’ONU. Si tratta di Cina e Russia. Pagheranno un prezzo per il sostegno che hanno dato al regime, ha detto. Parole che ovviamente non sono pasta inosservate da parte della Russia. Il viceministro russo degli Esteri, Guennadi Gatilov, ha infatti detto che tali parole sono “fuori luogo”. In questo contesto, la Russia forse ha capito che Assad ha le ore contate: nei prossimi giorni infatti riceverà due esponenti dell’opposizone e dle regime per tentatre un dialogo fra le parti. Da parte sua la Clinton nel suo discorso ha poi detto: “E’ tempo di abbandonare il dittatore, abbracciare il popolo siriano, ed andare dalla parte giusta della storia”. E’ intervenuto anche il ministro degli esteri francesi il quale ha voluto far sapere che non è intenzione della Francia militarizzare la situazione della Siria. Stessa posizione, quella di escludere l’uso della forza, è stata esclusa dalla Germania. Per il capo del Foreign Office americano, chi non sostiene le sanzioni contro la Siria, di fatto permette i massacri. 



Da un piunto di vista pratioa, si osserve nelle ultime settimane un aumento delle diserzioni nelle file dell’esercito governativo, anche da parte di elementi di spicco. Gli Stati Uniti hanno incoraggiato i generali siriani a lasciare i loro incarichi.

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