Hamas ha lanciato un appello al presidente egiziano dei Fratelli musulmani, Mohammed Morsi, affinché riapra il valico di Rafah tra il Sinai e Gaza. Dopo gli attentati contro alcuni posti di blocco dell’Esercito, il governo del Cairo aveva dichiarato la chiusura a oltranza del valico. Ismail Haniyeh, leader dell’esecutivo di Hamas nella Striscia, si è rivolto a Morsi chiedendogli di “astenersi dall’infliggere ulteriori sofferenze ai palestinesi di Gaza”. Una situazione che può aiutare a comprendere i consolidati rapporti tra Hamas e Fratelli musulmani, e il loro atteggiamento nei confronti dei gruppi estremisti che cercano di “superarli a destra”. Ilsussidiario.net ha intervistato l’editorialista di Avvenire, Camille Eid.
Che cosa ne pensa delle dichiarazioni di Hamas?
Hamas è molto attenta a non rovinare da subito i rapporti con Mohammed Morsi, il nuovo presidente egiziano, perché ci tiene a mostrare un cambiamento nello stile e nel comportamento, e il rais egiziano ha a sua volta la stessa ambizione. Nessuno si aspettava questo attacco delle bande armate contro i posti di blocco egiziani e l’uccisione di 16 o 17 militari. Hamas ha voluto prendere con forza le distanze da qualsiasi coinvolgimento palestinese o di gruppi vicini.
Morsi si è dimostrato all’altezza della situazione?
Il presidente egiziano ha preso subito in mano l’operazione, ordinando all’Esercito una grande operazione militare contro le bande armate che da anni girano indisturbate nella Penisola del Sinai. Una missione di questo tipo era quasi inattesa da parte di un presidente islamista e appartenente ai Fratelli musulmani. Chi ha compiuto l’attacco voleva forzare l’Egitto per creare una nuova situazione al confine con Israele, coinvolgendo il Cairo nella questione relativa alla Striscia di Gaza. Il presidente egiziano ha dimostrato una levatura da statista e la capacità di badare agli interessi dell’Egitto prima che a quelli loschi di alcune bande che cercano di trascinare il Paese in un conflitto con lo Stato confinante.
Come sono i legami tra Hamas e Fratelli musulmani?
Idilliaci. Hamas è nato dalle viscere dei Fratelli musulmani cui Ahmed Yassin, fondatore del gruppo palestinese, apparteneva a pieno titolo. Dal punto di vista storico Hamas è l’emanazione palestinese dei Fratelli musulmani, cioè di un movimento basato su una predicazione religiosa. Solo negli ultimi anni ne sono nati dei partiti politici in vari Paesi come Egitto, Tunisia, Libia e presto anche in Siria. Hamas ha preceduto tutti, nascendo appunto come braccio politico del movimento religioso.
Secondo la Cnn, gli autori degli attacchi nel Sinai sarebbero membri dell’Al-Galgala Army, cioè dei fuoriusciti di Hamas …
La Striscia di Gaza, dopo la salita al potere di Hamas, pullula di gruppi salafiti, alcuni anche vicini ad Al Qaeda, tra cui il gruppo Al-Galgala protagonista in passato di scontri armati con la polizia di Hamas. Sono quindi gruppi con decine e decine di affiliati, e che sono giunti a dichiarare l’“Emirato Islamico di Gaza” trascinando Hamas nella lotta armata. Il loro obiettivo era quello di superare Hamas a destra, dimostrandosi ancora più islamisti. Il partito palestinese ha cercato di controllare queste formazioni, uccidendone l’emiro Abdul-Latif Moussa, ma gli estremisti continuano a essere presenti e a mettere in imbarazzo il governo di Hamas lanciando i loro missili contro i kibbutz. Resta il fatto che questi gruppi non appartengono ad Hamas, alcune di queste denominazioni hanno invece giurato fedeltà ad Al Qaeda.
Chi c’è veramente dietro questa galassia?
Sostanzialmente tre movimenti. In primo luogo le Brigate di Ansar al-Sunna, che in arabo significa “I Partigiani della tradizione islamica”. Questo movimento professa il sostegno al jihadismo internazionale e ha rivendicato il lancio di razzi contro Israele l’11 e il 18 marzo scorso, mentre l’alto rappresentante Ue per la politica estera si trovava in visita a Gaza. E’ l’unico ad avere organizzato raid di questo tipo? Lo hanno fatto anche “I Soldati Partigiani di Dio”, in arabo Jund Ansar Allah. Il suo fondatore è stato lo sceicco Adul-Latif Moussa nel 2007 a Rafah. La formazione estremista ha proclamato un emirato islamico a Gaza, scatenando un tafferugli con la polizia di Hamas in cui hanno perso la vita 22 persone.
In Palestina è presente anche Al Qaeda?
Sì, è nata a metà del 2005 e l’anno successivo ha rivendicato alcuni lanci di razzi contro i kibbutz di Neve Dekalim e Ganei Tal. Al Qaeda accusa Hamas di aver rinunciato all’applicazione della sharia islamica e della jihad contro Israele, in cambio di posti di potere.
(Pietro Vernizzi)