Il caso dei reattori belgi di Doel e Tihange vicino a Liegi. Secondo quanto riporta un quotidiano locale, il De Morgen, crepe all’interno della centrale nucleare esistevano sin dal 1979, quando i reattori entrarono praticamente in funzione. Non solo: le autorità predisposte al controllo, l’agenzia federale per il controllo nucleare, ne erano al corrente, ma non ne parlarono pubblicamente lasciando tranquillamente funzionante la centrale nucleare. I reattori Doel 3 e Tihange 2 oggi sono stati chiusi, ma quello che allarma, se la notizia dovesse essere confermata, è che per tutti questi anni la popolazione è stata sottoposta a un gravissimo rischio. Il direttore dell’agenzia interpellato sul caso dice che “piccoli errori si fanno sempre”, ma sarebbero stati errori che non hanno comportato pericoli. Ha poi detto di non ricordare perché ai tempi l’agenzia concesse il funzionamento dei due impianti nonostante la presenza di tali crepe. Il giornale belga polemizza duramente, dicendo che le autorità non hanno fatto nulla perché tali centrali sono “una miniera d’oro”, ma che adesso sono necessarie verifiche approfondite su tutto il nucleare del Paese. All’inizio di agosto le autorità hanno imposto la chiusura die due reattori perché di potenziale rischio alla sicurezza. Il Belgio ottiene il 53% del appropria energia elettrica dal nucleare. Se le crepe nei due reattori esistevano dal 1979. questa centrale nucleare ha lavorato per oltre trent’anni in condizioni di sicurezza precarie. I due reattori Doel 3 e Tihange 2 sono adesso stati fermati per le crepe individuate grazie a una serie di controlli con una tecnologia innovativa e particolare nei loro serbatoi. In realtà uno dei due reattori, quello di Doel 3, era stato fermato già dallo scorso mese di giugno per la presenza di potenziali fessure che poi si sonorivelate crepe. Allora, era stato annunciato che la sua attività non sarebbe stata ripresa fino a quando non sarà dimostrato che è convincente per la sicurezza rimetterlo in funzione. Il reattore era spento da circa due mesi per manutenzione e il combustibile presente già denuclearizzato. L’agenzia federale aveva sottolineato sin da allora come non esistesse alcun pericolo per la popolazione , per i lavoratori della centrale e per l’ambiente