Muqadas Kainat, 15 anni, era una ragazzina della minoranza cristiana pachistana. La sua morte orribile dimostra come sia in atto in quel Paese una autentica caccia al cristiano da parte della maggioranza islamica fondamentalista. In questo mese di agosto infatti numerosi sono stati i casi di persecuzione nei confronti dei cristiani tutti aventi come vittime ragazzini di giovanissima età. E’ ancora incarcerata ad esempio la bambina di 11 anni, per di più colpita dalla sindrome di down, arrestata perché accusata di blasfemia contro l’Islam, reato che in Pakistan viene punito con la morte. Rimsha Masih, questo il nome della bambina, è stata fermata da alcuni islamici che l’hanno accusata di aver bruciato il Corano: l’imam del suo villaggio aveva anche chiesto che la bambina venisse bruciata viva. L’hanno salvata le forze dell’ordine, ma adesso rischia di essere condannata a morte. E’ intervenuto anche il presidente del Pakistan, che aveva chiesto in un primo momento la sua scarcerazione, ma si attende solo oggi una sentenza definitiva sul suo caso. Poi era giunta la notizia di un ragazzino anch’egli di 11 anni picchiato brutalmente e il cui cadavere era stato dato alle fiamme: lo avevamo fermato alcuni islamici mentre si recava al mercato a fare la spesa. Adesso l’ultima terribile notizia: Muqadas Kainat, 15 anni, cristiana, è stata stuprata da cinque uomoni e quindi strangolata. Il caso è avvenuto lo scorso 14 agosto, ma i familiari si sono convinti a sporgere denuncia (contro ignoti) solo oggi. La notizia è stata riportata in occidente dall’agenzia vaticana Fides. Le vittime delle persecuzioni islamiche infatti non godono di alcuna protezione da parte delle autorità e spesso dopo che sporgono denuncia vengono attaccati. Anche in questo caso poi non esiste alcun sospettato per lo stupro e la morte della ragazza. La giovane era uscita di casa lo scorso 14 agosto e non vi aveva più fatto ritorno. Il giorno dopo un operaio che lavora nella fabbrica del padre al telefono è stato avvertito di dove si sarebbe potuto trovare il corpo della ragazza. Così è stato.
L’assistenza legale alal famiglia della ragazza uccisa viene fornita dall’Ong cristiana LEAD (“Legal Evangelical Association Development”): quasi mai i crimini contro i cristiani vengono puniti.