L’interventismo nei Paesi in conflitto manifestato da Sarkozy ai tempi della guerra in Libia non sembra essere un atteggiamento troppo distante dal suo successero. Il presidente francese François Hollande, infatti, riferendosi agli oppositori del regime siriano, ha suggerito loro di dar vita ad un governo provvisorio. Spezzando ogni indugio e facendosi capofila del fronte occidentale anti-Assad, inoltre, ha fatto sapere che la Francia riconoscerà tale nuovo eventuale governo ufficialmente. Lo ha detto di fronte alla conferenza degli ambasciatori di Francia, riunita all’Eliseo, dove ha fatto, inoltre, sapere che i rischi maggiori provengono dall’eventualità di una proliferazione nucleare parlando delle «paure legittime che tale proliferazione possano ispirare e le reazioni preventive legittime che possano provocare, minacciando direttamente la pace». Non solo: spingendosi oltre, Hollande ha fatto sapere che se il regime dovesse malauguratamente decidere di impiegare contro la popolazione civile delle armi chimiche, in quel caso, un intervento militare dirette sarebbe del tutto legittimato dalla stessa Comunità internazionale. Nel frattempo, in ogni caso, il presidente francese ha fatto sapere di star lavorando con gli alleati alla creazione di uno stato cuscinetto. Intanto, si accentuano gli orrori provocato dalla repressione del regime contro gli insorti. Oggi, infatti, sono stati ritrovati 320 cadaveri in delle case e in degli scantinati di Daraya, cittadina a sudovest di Damasco riconquistata dalle forze di Assad. Il nostro ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, ha manifestato la sua angoscia per l’ennesima dimostrazione di violenza, dicendosi convinto del fatto che, ormai, la situazione siriana sia divenuta del tutto insostenibile. Terzi ha, inoltre, sottolineato come l’unica condizione perché torni la pace e si assista ad una transizione democratica, è che Assad lasci definitivamente e inequivocabilmente il potere. «La sola strada per una coesistenza pacifica tra le varie componenti del popolo siriano –  ha detto –  quella di una transizione politica a guida siriana basata sui principi della democrazia, dell’inclusività e del pieno rispetto dei diritti umani».



Per l’ennesima volta, dal canto suo, Assad cerca di guadagnare tempo. E, come ha riferito il presidente della Commissione Esteri del parlamento iraniano, Alaeddin Boroujerdi, si è detto convinto ad incontrare i rappresentanti dell’opposizione per giungere ad un accordo. 

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